Congresso Italia Viva, Porco: «Establishment contro di me. Ma la strada da seguire è la nostra»
Il sindaco di Aprigliano sfiderà Nunzia Paese per la presidenza regionale: «Magorno? Mai visto un arbitro che tifa per una delle due squadre»
Alessandro Porco, sindaco di Aprigliano e consigliere della Provincia di Cosenza, è uno dei due candidati alla segreteria regionale di Italia Viva. Il congresso si terrà domenica 15 ottobre, contestualmente ai cinque che eleggeranno i presidenti provinciali di IV e della città di Reggio Calabria. Rappresenta la parte dei renziani calabresi di opposizione all’ex senatore Magorno, su cui non dà un giudizio personale ma politico. Nella sua intervista emerge anche chiaramente quale sia la sua idea di centro.
Le vostre candidature nascono in maniera differente. Paese a margine di un percorso strutturato all’interno del partito, Porco quasi come outsider. Cosa vi ha spinto a voler guidare Italia Viva in Calabria?
«Sono outsider rispetto alla nomenclatura del partito, ma non rispetto al progetto di Renzi. Ho aderito al 2012 al Pd sposando la sua mozione e sono sempre stato in Italia Viva rinnovando la tessera. Negli ultimi anni non ho mai avuto il sostegno del partito regionale, non ultima la questione della Provincia di Cosenza dove mi sono candidato e non ho avuto appoggio alcuno. Il partito ha sostenuto altre figure non eleggendo nessuno, mentre io sono risultato il primo eletto nella mia lista. Per farla breve, non ho mai avuto nomine ma ho sempre portato risultati senza supporto di nessuno».
A livello nazionale Italia Viva perde pedine importanti come Rosato e Bonetti. Non c’è il rischio di una migrazione di massa verso Azione?
«Nonostante le perdite, c’è stato un cambio di passo evidente. Penso che nei prossimi anni le pedine importanti possano risultare gli iscritti e i militanti, ma anche tutti coloro che sono legati da anni all’idea politica di Matteo Renzi. È indubbio che il futuro prossimo sia legato ai territori, ascoltando la base e i cittadini. Il senso della mia mozione è proprio questo».
Italia Viva non ha più niente di sinistra, aspira ad un centro con peso politico e flirta con gli ambienti della destra moderata. È corretta questa ricostruzione? E vi rivedete in essa?
«Io penso che Italia Viva si candidi ad essere un centro nuovo e non rivolto soltanto a destra. Io nella mia mozione dico di conquistare i voti del Pd per le riforme, ma rubiamo anche i voti di centrodestra che non vogliono essere estremisti come Salvini e Meloni. Noi diciamo no agli estremisti: non saremo la sesta stella di Giuseppe Conte e nemmeno la stampella di Fratelli d’Italia».
A breve ci saranno le amministrative e il 30% dei comuni calabresi saranno Interessati. Cercate alleanze con chi? Lanciamo un messaggio.
«Le amministrative non si svolgono cercando alleanze, sono una cosa a sé. Ascolteremo i circoli di Italia Viva e cercheremo alleanze con chi ha ben amministrato oppure ci indirizzeremo verso una discontinuità. Ma deciderà la base».
La figura dell’ex senatore Magorno non può restare marginale. Chi ha lasciato il partito non ha fatto mistero dell’incompatibilità con lui. Che giudizio esprime lei invece?
«Su Magorno non do giudizio personale perché abbiamo percorso un pezzo di strada insieme e non rinnego nulla. Il giudizio politico è diverso: ha dichiarato di sostenere Paese al vostro giornale e di essere comunque un giudice imparziale. Questa è una scoperta, perché arbitri che tifano per una delle due squadre non ne conosco. Ma noi ci presentiamo in alternativa su un dato di fatto: il Terzo Polo ha avuto in Calabria il dato più basso d’Italia. La colpa non è solo di Magorno, ma tutti devono assumersi le responsabilità di quanto accaduto. È chiaro che c’è tutto un establishment contro di noi: non abbiamo neppure potuto consultare l’elenco dei tesserati ed hanno deciso gli altri la distribuzione dei seggi. Ce n’è uno a Diamante, per esempio. Noi siamo dall’altra parte, con il sorriso».
Sei pronta/o a dare supporto al competitor qualora dovessi perdere?
«Da 16 ottobre in poi si aprirà una nuova fase, sperando che riparta come detto dei territori. Nell’ipotesi peggiore, siamo comunque aperti a contribuire alla crescita di una comunità e valuteremo tutto».