Voto di scambio a Rende, ancora prosciolti Principe e altri tre politici
Una costola del processo di primo grado a carico anche di Bernaudo, Ruffolo e Gagliardi. Confermata anche in Appello la sentenza di primo grado
La Corte d’appello di Catanzaro ha confermato il proscioglimento di Sandro Principe, Pietro Ruffolo e Umberto Bernaudo dall’accusa di voto di scambio politico-mafioso nonché quello di Giuseppe Gagliardi dall’ipotesi di corruzione in atti amministrativi. Questi capi d’imputazione risalgono ai tempi dell’udienza preliminare, al cui esito Principe e gli altri erano stati rinviati a giudizio solo per concorso esterno in associazione mafiosa. L’allora pm della Dda Pierpaolo Bruni aveva presentato appello contro la decisione del gup, ma i tempi d’attesa si sono rivelati più lunghi del previsto.
Nel frattempo, infatti, il processo principale si è concluso in primo grado con un’assoluzione collettiva, mentre il ricorso di Bruni è rimasto a lungo in una sorta di limbo giudiziario. L’appello era stato poi fissato a giugno del 2023, ma si è discusso solo nelle scorse ore. Sull’intera vicenda, comunque, incombeva anche la prescrizione determinata dal fatto che i reati contestati ai tre politici risalivano al 2011.
L’ipotesi della Dda era che ognuno di loro avesse costruito, in tempi diversi, parte delle proprie fortune elettorali godendo dell’appoggio del clan Lanzino, in particolare della costola rendese guidata da Adolfo D’Ambrosio. Questo sospetto è stato il tema del processo celebrato a Cosenza davanti ai giudici del collegio e culminato nell’assoluzione di Principe, Bernaudo e Ruffolo.
Bruni ha presentato appello anche contro quel verdetto, ma rispetto a quest’altro capitolo si è ancora in attesa della fissazione del processo. A difendere gli imputati in aula c’erano gli avvocati Anna Spada, Franco Sammarco, Marco Amantea, Franz Caruso, Francesco Calabrò e Francesco Tenuta.