Cosenza venerdì in piazza per Giulia Cecchettin
Le attiviste dopo un'assemblea: «Pretendiamo azioni concrete, educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, più finanziamenti ai centri antiviolenza, ai servizi sociali e a tutte quelle associazioni che ogni giorno si spendono per contrastare una piaga sociale che miete centinaia di vittime all’anno»
Dopo la presa di posizione del Centro Antiviolenza Roberto Lanzino, a seguito di una partecipata assemblea cittadina, anche attivisti e attiviste diCosenza hanno deciso di dare un segno concreto e manifestare la loro contrarietà a quanto accaduto. E’ stato infatti deciso di scendere in piazza per Giulia Cecchettin venerdì 24 novembre alle ore 18 in piazza XI settembre.
«Siamo stanche e arrabbiate di dover vivere in un costante stato d’allerta, di doverci proteggere dalla violenza di uomini che non sono malati, ma sono i figli di un sistema educativo e valoriale in cui noi veniamo percepite come oggetti di loro proprietà. Siamo stanche – si legge in una nota – di dover fare attenzione quando torniamo a casa, siamo stanche di temere per la nostra vita se prendiamo un treno di notte, non vogliamo più dover pensare a come vestirci per evitare di essere molestate per strada».
«Abbiamo paura, spesso all’interno delle nostre stesse case – continua il comunicato – perché la maggior parte delle violenze avviene proprio per mano di chi ci sta a fianco; abbiamo paura a lavoro dove le molestie e i ricatti sono all’ordine del giorno. Di fronte a istituzioni cieche, mute e sorde, che si ricordano della violenza di genere soltanto nelle date comandate, riempite di inutili conferenze, e che ogni tanto dipingono una panchina di rosso, vogliamo dire basta alle azioni simboliche che non ci tutelano e che non cambiano di una virgola il presente».
«Pretendiamo azioni concrete, educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, più finanziamenti ai centri antiviolenza, ai servizi sociali e a tutte quelle associazioni che ogni giorno si spendono per contrastare una piaga sociale che miete centinaia di vittime all’anno. Non serve – concludono- nessun minuto di silenzio, non è il momento di stare zitte, non lo saremo mai più».