Elisoccorso, su trenta operatori pronti a lasciare in venti. Stipendi fermi a 23 anni fa e in lire
Da agosto si attende l'adeguamento della retribuzione, ancora fissata in un decreto di 23 anni fa. Si rischiano dimissioni di massa e l'impoverimento dell'unica area dell’emergenza in Calabria finora rimasta impermeabile alla progressiva emorragia di medici
L’ultimo baluardo, finora mai intaccato dall’esodo di camici bianchi, potrebbe a breve sgretolarsi sotto i colpi di una remunerazione non più adeguata. Le prime avvisaglie di un malcontento strisciante si erano avute ad agosto, al termine di una stagione estiva particolarmente intensa per il servizio d’emergenza. L’elisoccorso divenuto l’unica soluzione alternativa ad un sistema di soccorso via terra con troppe falle. Ambulanze poche e prive di medico a bordo sostituite con il mezzo aereo, così spesso da sforare persino il budget delle ore di volo pattuite con le società che gestiscono l’elisoccorso. Ben oltre le mille ore con un impatto anche sulle casse regionali ma non nelle tasche dei medici, gli unici sinora rimasti fedeli al servizio di soccorso seppur con scarsa gratificazione economica.
Correva l’anno 2000
L’unico documento sopravvissuto al trascorrere del tempo e che disciplina ancora oggi l’organizzazione del personale destinato al servizio di elisoccorso risale, infatti, all’anno 2000 e non è mai stato più rinnovato. Un decreto dirigenziale del dipartimento Tutela della Salute fissa addirittura i compensi in lire, la Regione non ha mai considerato l’opportunità di rimetter ordine nella materia neppure limitatamente ai compensi del tutto inadeguati se si pensa che nel frattempo sono trascorsi 23 anni.