Caso Bergamini: Anselmo denuncia il suo consulente, ma i giudici lo ascoltano
Il professore Pierantonio Ricci avrebbe messo in dubbio la validità degli accertamenti scientifici eseguiti sul corpo del calciatore
Il professore Pierantonio Ricci non è convinto che gli accertamenti eseguiti sul corpo di Donato Bergamini dimostrino in modo inequivocabile che il 18 novembre del 1989 l’allora calciatore rossoblù possa essere stato ucciso. Si tratta di un colpo scena, poiché Ricci è il consulente nominato proprio dalla famiglia Bergamini che ha preso parte ai nuovi accertamenti medico-legali eseguiti nel 2017 sulla salma dell’atleta.
La circostanza è emersa questa mattina in Corte d’Assise mentre era in corso il processo a carico di Isabella Internò. A renderla nota è stato l’avvocato Fabio Anselmo che ha annunciato di aver denunciato Ricci per patrocinio infedele. Il legale ha anche chiesto ai giudici di non sentirlo visto che oggi era in programma l’audizione del professionista. «Ha cambiato “bandiera”» ha sibilato Anselmo. La difesa della Internò si è opposta. Prima l’avvocato Rossana Cribari e poi Angelo Pugliese hanno ribadito la necessità di sentire Ricci.
Pugliese in particolare ha denunciato il clima che si respira intorno a questo processo. «Chiunque dica qualcosa che non va bene alla tesi d’accusa – ha evidenziato – viene attaccato e deriso sui giornali. E’ dal 1990 che va avanti così». La Corte si è ritirata per decidere il da farsi e dopo circa mezz’ora di camera di consiglio ha rigettato le questioni sollevate dalla parte civile e procura decidendo di sentire il professore.
A quanto pare, in alcune note integrative depositate agli atti del processo, Ricci contesta la validità della glicoforina, lo strumento utilizzato dai suoi colleghi per dimostrare che quando fu investito dal camion, Bergamini era già morto, verosimilmente soffocato. Le sue note non saranno acquisite, ma sarà egli stesso a parlarne in aula.