A Cosenza fare la spesa è un lusso. Carne e formaggi costano come l’oro
L’Osservatorio dei prezzi inchioda la città dei bruzi come quella che continua a cavalcare l’inflazione in modo allegro. Ecco come sono aumentati i prodotti
«È colpa dei fornitori. Qua è aumentato tutto». Una frese ricorrente, diventata retorica. Un paravento che nasconde “ritocchi” esagerati e qualche furba speculazione. In tempi di crisi (formula omnibus, come il nero che sta bene con tutto) la catena del commercio si dilata e, tra un anello e l’altro, si rischia di inciampare. I consumatori si sono impigliati in massa, cadendo sui centesimi al rialzo, l’euro al rialzo, tanto si sa che la somma fa il totale, e quando si esce dal supermercato si ha la sensazione che qualcuno ci abbia sfilato i soldi dalla tasca. A Cosenza ormai si va al galoppo, ma solo sui prezzi, meno sulla crescita. Non è un’opinione, ma un’analisi condotta mese per mese, dall’Osservatorio prezzi del Ministero dell’Industria e del Made in Italy sui beni di largo consumo.
Prima il Covid (che per i supermercati è stata una manna), poi la guerra Russia-Ucraina con blocco, vero o paventato bene, persino del grano, poi la benzina alle stelle, e con lo scudo di “costa tutto di più” specie a Cosenza, che da subito si è contraddistinta per l’impennata dei prezzi al ristorante e nel carrello, tutto è diventato lecito.
Nel giro di un solo anno formaggi come il parmigiano, o l’olio d’oliva, la carne di manzo, la cioccolata e il petto di pollo sono diventati come fossero ripieni d’oro. Per acquistare un chilo di parmigiano, in questo autunno che volge al termine (caldo non solo per questioni meteo), abbiamo speso in media ben 21,77 euro (+2,19) con un prezzo massimo di 28 euro (+5). Il report è impietoso ma realistico. Un litro di olio extravergine ha fatto un bel salto: da una media di 5,13 euro al litro a ben 8,17 euro, parliamo di un ritocco verso l’alto di 3,17 euro. Abbiamo speso quasi un euro in più per un chilo di manzo che qualche tempo fa costava 13,96 euro e adesso 14,92 euro, 96 centesimi in più nel giro di un anno. Il tanto amato petto di pollo costava 9,06 euro al chilo, adesso 10,37 al chilo, +1,31 euro al chilo.
C’è poco da stare allegri, perché la situazione non accenna a migliorare né ci sono segni di schiarita di questi cielo così nuvoloso. Con il nuovo anno il comparto agricoltura e quello industriale già danno cenni di non voler fermare la corsa verso l’alto di prodotti anche necessari. Sembra di essere tornati nel periodo post-bellico, solo che la guerra è ancora in corso.
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