sabato,Ottobre 5 2024

Servizi non pagati, Comune di Cosenza condannato a quasi un milione di euro

Il presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata: «I debiti di Palazzo dei Bruzi non possono essere spalmati sugli altri comuni»

Servizi non pagati, Comune di Cosenza condannato a quasi un milione di euro

«Esprimo grande soddisfazione per la sentenza della Corte d’appello che condanna il Comune di Cosenza al pagamento 898.064,06 euro oltre interessi da pagare al Consorzio Valle Crati, per il debito FISIAITALIMPIANTI SPA». Lo dichiara il Presidente del Consorzio Valle Crati, l’avvocato Maximiliano Granata.

«In totale accoglimento delle nostre tesi difensive, la Corte di Appello di Catanzaro, sezione terza civile con sentenza n. 1367/2023, ha rigettato integralmente l’appello proposto dal Comune di Cosenza avverso la sentenza del Tribunale di Ordinario di Cosenza n. 2299/2019 del 12-15/11/2019, con condanna dell’Ente appellante al pagamento delle spese di lite» si legge in una nota.

«La presente controversia concerne il debito maturato dal Comune di Cosenza nei confronti del Consorzio e pari alla quota a quest’ultimo dovuta dall’ente in quanto consorziato per l’obbligazione assunta dal Consorzio Valle Crati nei confronti di Fisa ITALIMPIANTI SPA per i servizi resi nel periodo 1998/2000. E’ stato messo in evidenza il modus operandi del Comune di Cosenza che con un atteggiamento di lite temeraria non paga i servizi, compreso la gestione del Sindaco Franz Caruso, per spalmare i debiti di gestione sugli altri comuni consorziati» prosegue Granata.

«Non abbiamo mai permesso e né permetteremo secondo la nostra azione di buon governo che il Comune di Cosenza non paga i servizi pubblici essenziali. Mi hanno consegnato dopo il fallimento della società Valle Crati SPA un ente pubblico con 40 milioni di euro di debiti e oggi anche dopo questa sentenza di condanna nei confronti del Comune di Cosenza, abbiamo un attivo di sette milioni di euro. La mia attività di buon governo non consentirà mai che i debiti del Comune di Cosenza vengano spalmati sugli altri comuni».

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