Cosenza, il vescovo Checchinato scende in piazza contro l’autonomia differenziata | VIDEO
Durante la solenne celebrazione per la Madonna del Pilerio, l'arcivescovo ha annunciato la propria partecipazione al sit in dei sindaci in programma per domani davanti alla Prefettura e ha raccontato di aver ricevuto una delegazione di agricoltori
L’omelia pronunciata dal pulpito della Cattedrale dall’Arcivescovo di Cosenza Giovanni Checchinato nel corso della Messa Solenne celebrata in onore della Madonna del Pilerio, Santa Patrona della città dei Bruzi, ha le sembianze di una carezza cristiana ma nei contenuti suona come un fragoroso ceffone all’indirizzo della classe politica locale, che non sa «ascoltare i bisogni degli agricoltori in presidio» e che chiude gli occhi davanti al «divario civile» della Calabria «rispetto ad altre regioni italiane.
Divario rappresentato dalla debolezza della scuola, dei servizi sanitari e socio-assistenziali, cioè di quei servizi territoriali che, se adeguatamente sostenuti, potrebbero rappresentare un importante incentivo a restare e, al tempo stesso, porre le basi di uno sviluppo autenticamente umano dei nostri territori». Un riferimento limpido alle posizioni già manifestate dal presule rispetto all’Autonomia differenziata e che saranno ribadite dall’Arcivescovo anche domani, 13 febbraio, durante la manifestazione dei sindaci davanti le prefetture alla quale monsignor Checchinato ha espresso il desiderio di voler partecipare.
Prima di officiare la funzione, don Gianni, come ama affettuosamente essere chiamato, ha ricevuto nei propri appartamenti una delegazione del popolo dei trattori: ««Prima di tutto bisogna ascoltarli e ho l’impressione che nessuno li ascolti. Con i loro presidi esprimono un disagio. Io stesso sono figlio di agricoltori ed ho particolare sensibilità verso i loro problemi che sono stati quelli dei miei nonni e quelli dei miei genitori, soprattutto di mia madre» ha dichiarato sul punto monsignor Checchinato al nostro network. L’intervento del pastore ha preso spunto dal miracolo di Gesù della tramutazione dell’acqua in vino descritto nel noto passo del vangelo sulle nozze di Cana.
L’Arcivescovo ha invitato la classe dirigente ed i cristiani tutti a non limitarsi ad assistere inermi a quanto di drammatico si consuma nella quotidianità della vita terrena, ma di scrutare oltre la superficie come fece la Madonna quando con sguardo materno e nella consapevolezza di quanto sarebbe accaduto, avvertì Gesù della mancanza del vino. «A Cana tutti sanno vedere che “viene a mancare il vino” e anche Maria se ne rende conto – ha detto l’Arcivescovo – ma lei sa andare oltre. Per potersi rendere conto di cosa c’è e di cosa manca nelle situazioni bisogna starci, bisogna viverci, mettendosi fianco a fianco dei fratelli e sorelle che condividono questo pezzo di storia con noi. Maria ci insegna prima di tutto a vivere nella storia, a non essere solo capaci di sentenziare dall’esterno sulle situazioni che viviamo a livello ecclesiale, sociale, relazionale, ma ad entrarci dentro con la nostra intelligenza e la nostra fede, per potervi scorgere un frammento di spazio dove sta germogliando un seme di vangelo vivo, rappresentato da una parola sapiente, da un comportamento di bene, da un desiderio di pace».
Monsignor Checchinato dunque, invita i cristiani ad essere partecipi della realtà, testimoni della storia, consapevoli delle «povertà del territorio diocesano, quelle che segnano tutto il contesto regionale, la questione demografica nelle aree interne ma ormai sempre più evidente anche nelle aree urbane, la fragilità del tessuto economico e la drammatica carenza di lavoro che vuol dire impossibilità per tanti di accedere alle risorse materiali minime per poter vivere una vita dignitosa. Analogamente – ecco il passaggio sull’Autonomia differenziata – il divario civile rispetto ad altre regioni italiane, rappresentato dalla debolezza della scuola, dei servizi sanitari e socio-assistenziali, cioè di quei servizi territoriali che, se adeguatamente sostenuti, potrebbero rappresentare un importante incentivo a restare e, al tempo stesso, porre le basi di uno sviluppo autenticamente umano dei nostri territori.
La debolezza dei servizi alla persona fa emergere responsabilità a tutti i livelli, ma è anche conseguenza di una scarsa consapevolezza dei problemi del territorio e di una scarsa attitudine partecipativa. Maria ci invita a farci carico anche come credenti e come chiesa di questa storia. E così come Maria si è coinvolta attivamente in quella situazione, così ci chiede di coinvolgerci valorizzando proprio ciò che sembra essere letto solo con uno sguardo negativo e provare a pensare che proprio su questo nostro territorio si potrebbero tentare esperienze di intervento nelle situazioni più periferiche da mettere in campo anche in altri contesti».
Gremita di fedeli la Cattedrale per l’accensione del cero votivo alla Madonna del Pilerio da parte del sindaco Franz Caruso, a testimonianza della sottomissione della città alla Santa Vergine Madre di Dio. Presenti le massime autorità civili e militari del territorio tra le quali il Prefetto Vittoria Ciaramella, la presidente della Provincia Rosaria Succurro, il Questore Giuseppe Cannizzaro, la presidente del Tribunale Maria Luisa Mingrone, il procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo.
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