Cutro, quei messaggi prima della tragedia. «Cari parenti, siamo arrivati. Dio ci ha aiutato»
La speranza prima della tragedia del 26 febbraio. Nel processo a Crotone il racconto del commissario D’Angelo sul materiale raccolto. Alcuni avevano chiesto ai familiari di sbloccare i conti per pagare i trafficanti: 8mila euro per i viaggi sulle carrette del mare
«Siamo arrivati, tutto a posto. Dio ci ha graziato, ci ha voluto bene». Credevano di essere in salvo, ormai giunti a destinazione, potevano vedere la costa. Hanno addirittura chiesto ai propri familiari di sbloccare i conti e saldare l’importo: quasi 8000 euro per ogni «game», così vengono chiamati i viaggi pericolosi e clandestini che portano i migranti in Europa. Era mezzanotte e mezza del 26 febbraio 2023, poche ore prima che il caicco Summer Love si schiantasse su una secca, con un mare sempre più agitato.
Novantaquattro i morti accertati tra donne, bambini e uomini, oltre ai dispersi di quella che prenderà il nome di tragedia di Steccato di Cutro. Oggi si celebra, davanti al Tribunale di Crotone, il processo nei confronti di Sami Fuat, turco di 50 anni, Khalid Arslan, di 25 anni, e Hasab Hussain, di 22 anni, entrambi pakistani, tutti accusati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
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