Telefonini e droga nel carcere. «Una gestione inquietante a Catanzaro»
Colpiti da misure cautelari anche membri della polizia penitenziaria oltre ai detenuti e alla ex direttrice Paravati
Quella del penitenziario di Catanzaro era una «gestione inquietante». Pochi controlli sulle dinamiche criminali nel carcere permettevano l’ingresso di apparecchi telefonici e il traffico di stupefacenti.
Colpiti dalle misure cautelari disposte dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, oltre che gli stessi detenuti anche congiunti, operatori della polizia penitenziaria e appartenenti alla amministrazione penitenziaria. In carcere è finita anche l’ex direttrice dell’istituto Angela Paravati.
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