Pisani: «Essere donna richiede coraggio. 8 marzo festa da difendere e tramandare»
La sindaca di Casali del Manco celebra la ricorrenza: «D’amore non si può morire ed è sbagliatissimo chiamarlo amore. L’amore non è possesso ma libertà, l’amore non violenta, non stupra, non uccide»
Francesca Pisani è la giovane e brillante sindaca di Casali del Manco, l’unione dei comuni della Presila cosentine che si sono fusi per avere più forza e contare di più. Eletta con un forte consenso popolare e con poco affetto da parte degli apparati, ha dato una svolta all’intera zona, grazie al suo entusiasmo e alla sua voglia di fare. Davanti ad un caffè parliamo dell’8 marzo: «È una festa che non solo serve ancora, ma serve oggi più che mai. Questa è una “festa” da difendere e tramandare, non ci dimentichiamo che i movimenti femministi ce l’hanno consegnata a caro prezzo. Certo, vorrei però un 8 marzo spogliato dalla retorica e dalla consuetudine senza contenuti. Vorrei che tutto l’anno le questioni che hanno a che fare con i diritti delle donne siano sotto i riflettori e che le battaglie per l’emancipazione continuino senza sosta».
Eppure nonostante i tanti passi avanti, nella civilissima e cristiana Italia, le donne continuano a morire ammazzate a causa di un amore sbagliato o di un uomo che era stato un compagno, un amante.
«Cantava Bennato “Si dice amore, però no, chiamarlo amore non si può”. È proprio vero: d’amore non si può morire ed è sbagliatissimo chiamarlo amore. L’amore è tutt’altro, l’amore non è possesso ma libertà, l’amore non violenta, non stupra, non uccide».
Essere donna significa lottare, non arrendersi mai…
«Essere donna è un privilegio, è una fortuna indicibile. Ma non è facile per noi, non è per niente semplice. Essere donna richiede anzitutto coraggio, perché oggi come ieri il mondo femminile deve lottare, quotidianamente, per ottenere “pari dignità”».
Certo, per fortuna, la situazione rispetto al passato è molto cambiata. Capita che essere donna possa significare un vantaggio.
«Vero, tanto è cambiato, ma la strada da percorrere è ancora tanta. In ogni caso, il mio essere donna non mi ha mai favorito; tutti i traguardi raggiunti sono frutto di anni di sacrifici, di impegno e di dedizione, di tanta fatica e di rinunce».