sabato,Marzo 15 2025

Cosenza, in Corte d’Assise si simula un processo insieme ai ragazzi

Il progetto “Ciak…un processo simulato per evitare un vero processo” ha l'obiettivo di sensibilizzare i più giovani

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Il progetto “Ciak…un processo simulato per evitare un vero processo” approda nell’aula della Corte d’Assise di Cosenza per iniziativa dell’Associazione Ciak Formazione e Legalità, con lo scopo di sensibilizzare i ragazzi sui temi della giustizia e del rispetto delle regole. Ideato nel 2014 dal magistrato Luciano Trovato, già presidente del tribunale per i minorenni di Catanzaro e di Firenze, il processo simulato consente ai giovani coinvolti, con l’esperienza del contraddittorio e la coltivazione del dubbio, ad apprezzare le regole della democrazia ed a confrontarsi in maniera diretta con le conseguenze delle proprie azioni, toccando con mano cosa comporta la commissione di un reato. 

Nel tribunale bruzio, protagonisti di un caso (simulato) di stalking, sono stati gli alunni  delle classi seconda e terza della secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Rende Quattromiglia, diretto da Maria Cristina Rippa. Il copione è tratto da verbali autentici, casi di pubblico interesse, soprattutto per i giovani: «In questa circostanza – ha spiegato Luciano Trovato – abbiamo trattato un processo per stalking, ma vi sono copioni relativi ad altri comportamenti illeciti che purtroppo iniziano a scandire la quotidianità della vita degli adolescenti, come lo spaccio di droga, il bullismo ed il cyber bullismo, la violenza di genere».

«Il nostro – aggiunge il magistrato – è un contributo alla prevenzione attraverso una dimostrazione plastica delle conseguenze penali di certi comportamenti. Certamente una esperienza importante, improntata pure sulla emozione di trovarsi in un’aula di tribunale, di indossare la toga, di sedersi al nostro posto, di essere quindi del tutto protagonisti della scena».

Il processo simulato si è svolto nell’aula della Corte d’Assise del tribunale di Cosenza dove i ragazzi hanno ricevuto anche il saluto della presidente della sezione, il giudice Paola Lucente. Quattro le fasi di cui il progetto si compone e che si snoda attraverso un primo momento di formazione dei docenti referenti delle scuole interessate e poi nella formazione degli alunni. L’udienza è la terza fase da cui deriverà poi quella conclusiva, con la realizzazione di un prodotto multimediale ad opera dei partecipanti. 

L’iniziativa nel 2024 compie dieci anni. Viene attuata in Calabria ed in altre regioni d’Italia, con la collaborazione di diversi tribunali, ordinari e minorili, delle camere minorili e con il contributo della Fondazione Carical; dell’Associazione Nazionale Magistrati; dell’Aimmf, Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, delle sezioni di Catanzaro e Catania; del gruppo Callipo che da anni ne condivide il fine educativo.

«È una esperienza che arricchisce non solo i ragazzi ma anche noi formatori – ha detto Annarita De Franco, referente del progetto per l’Associazione Ciak Formazione e Legalità – Il nostro impegno è orientato a fare in modo che il progetto venga interiorizzato; non vogliamo una recita ma che i partecipanti capiscano che alcune condotte hanno delle conseguenze. Pure alla loro età». Nel video allegato l’intervista che il magistrato Luciano Trovano ha rilasciato al nostro network

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