Alimena: «Sulla città unica di Cosenza la Regione distrugge e non costruisce»
Il capogruppo del Pd a Palazzo dei Bruzi: «Inascoltata la nostra proposta di un "patto costituente e fondativo"»
di Francesco Alimena*
Il centrodestra calabrese dimostra di non essere all’altezza della sfida riformista sulla città unica. La proposta di un “patto costituente e fondativo” fra le forze del SI per l’istituzione della città unica della area urbana cosentina avanzata dal PD di Cosenza è stata, di fatto, non accolta dal centrodestra del presidente Occhiuto.
Pur avendo registrato molti apprezzamenti, anche nel campo dello schieramento di destra, a partire dall’on. Alfredo Antoniozzi, la risposta più eloquente è stata quella dell’altro ieri da parte della Commissione consiliare regionale che, a maggioranza, ha votato il quesito referendario e dettato i tempi di un percorso rapido di approvazione della legge regionale istitutiva. Il centrodestra calabrese ha mostrato così chiusura e arroganza della autosufficienza. È chiaro che il presidente Occhiuto non intende misurarsi su una ipotesi condivisa e partecipata di città unica ma vuole esibire una prova di muscoli finalizzata soprattutto a mettere in vetrina un centrodestra la cui ragion d’essere è solo quella di affermare il primato del potere. L’interesse di Occhiuto e company non è affatto quello di migliorare la condizione di vita dei cittadini ma quello di strumentalizzare la città unica per interessi di parte politica.
Il PD ha inteso lanciare una sfida riformista rispetto a cui Occhiuto e il suo centrodestra intendono sfuggire. Il “patto costituente” che propone il PD è un atto di responsabilità verso le comunità interessate alla fusione. Il centrodestra, invece, si chiude su una ipotesi legislativa che prevede solo l’estinzione delle municipalità esistenti e non propone uno straccio di norma per indicare il “come” costruire la città unica. Sono interessati a distruggere e non a costruire.
La previsione della legge all’esame del Consiglio regionale non ha niente a che fare con i processi di fusione che la Calabria ha conosciuto a partire da quella di Lamezia Terme, Corigliano Rossano e Casali del Manco. Una fusione come quella tra Cosenza, Rende e Castrolibero per essere virtuosa richiede un aggiornamento della legislazione nazionale e soprattutto non può essere fatta con un atto autoritario e d’imperio da parte della Regione, senza la determinazione dei consigli comunali interessati e il parere vincolante della popolazione. E allora, hic rodhus hic salta: sulla sfida riformista il PD c’è mentre il centrodestra sfugge. Il PD condivide pienamente le proposte esposte e consegnate dal sindaco Franz Caruso in sede di audizione in Regione. Dal centrodestra, invece , il vuoto assoluto. Se il presidente Occhiuto volesse competere sul terreno di una sfida riformista deve necessariamente proporre i contenuti con cui indicare la via del “come” istituire la città unica.
La maggioranza regionale finora ha proposto soltanto la data di febbraio 2025 per l’insediamento del nuovo ente e ha approvato una norma assolutamente illiberale che ha cancellato la partecipazione attiva e decisoria dei Consigli comunali e delle popolazioni. Una legge che presenta evidenti limiti di costituzionalità, perché la sua applicazione diviene prevalente sul rispetto del principio della sovranità elettorale. Un vulnus costituzionale che prescinde da questa vicenda della città unica cosentina perché interessa tutti i comuni calabresi. Una norma che può essere utilizzata, a dispetto della volontà della maggioranza degli elettori, come una clava per sciogliere qualsiasi consiglio comunale solo perché indesiderato al Governo regionale e magari neanche interessato ad alcuna fusione con comuni contermini.
* Francesco Alimena, capogruppo Pd al Comune di Cosenza