Cassano, se “L’appetito vien studiando”: il progetto educativo che toglie i minori dalla strada
Il progetto è molto più che un doposcuola, ma una vera e propria arma sociale da brandire contro la dispersione scolastica e a sostegno dei valori della conoscenza e del rispetto. Il primo sostenitore è Monsignor Savino
Salvare i bambini e gli adolescenti con famiglie difficili e in stato di fragilità economica e sociale. Fornire loro gli strumenti per pensare al domani lontano da ignoranza e illegalità. Si chiama “L’appetito vien studiando” il progetto finanziato con i fondi dell’8xmille voluto dalla diocesi di Cassano all’Jonio, in provincia di Cosenza e che, grazie a un team di esperte, riesce non solo a fornire un pasto completo ma anche servizi di doposcuola per i ragazzi dai 6 ai 14 anni, che abitano nel centro storico della città. Sono una quarantina ogni anno.
Un quartiere centrale, ma periferico, in cui mancano negozi e luoghi di aggregazione. Nel palazzone di proprietà diocesana, i ragazzi possono coltivare i loro talenti con corsi di pittura, fotografia e sport. Si combatte la dispersione scolastica e contestualmente il progetto funge anche come mensa. Si passa così dai tavoli di studio al campetto di calcio, in una sorta di cantiere educativo sempre aperto.
«Uno degli obiettivi primari de “L’appetito vien studiando” – spiega all’Ansa Angela Marino, responsabile del progetto – è quello di educare i minori al riconoscimento, all’accettazione, al rispetto e all’individuazione delle esigenze di tutti. Realizzata in collaborazione con le parrocchie del centro storico, l’iniziativa si basa, come suggerisce il titolo, su due momenti fondamentali: l’appetito, ossia la mensa, e il doposcuola con le attività laboratoriali».
Il progetto è operativo dal 2016 e grazie ad esso, i ragazzi sperimentano quotidianamente i valori del dialogo, del rispetto, della condivisione, della conoscenza e, attraverso i laboratori attivi durante tutto l’anno, scoprono i propri talenti e le proprie inclinazioni. Fortemente supportato da Monsignor Francesco Savino, in passato i minori si sono cimentati in attività apprese durante il laboratorio sportivo: i bambini in un percorso con le bici e i ragazzi più grandi in una partita di pallavolo.
Di recente, invece , all’interno del laboratorio di arte, i ragazzi hanno avuto a disposizione diversi strumenti per dipingere e disegnare, hanno acquisito nuove tecniche di pittura e, comprendendo gli effetti che i materiali producono sui diversi supporti a disposizione, hanno avuto la possibilità di poter scegliere quelli a loro più congeniali per potersi esprimere.
Il laboratorio di fotografia ha trattato diversi temi come la gentilezza, la cura delle persone e delle cose, il rispetto per la propria storia e per la propria vita. Attraverso la fotografia, i ragazzi hanno raccontato il bullismo, i luoghi dell’anima, gli affetti e ciò che pervade le loro esistenze.
Il progetto “L’appetito vien studiando” vanta cinque educatori fra i quali una psicologa, e cinque animatori dei laboratori: il team a sostegno di bambini e ragazzi si alterna ogni giorno dal lunedì al venerdì offrendo proposte in continua evoluzione. Il gruppo si avvale di una solida rete di collaborazione con le scuole, i servizi sociali, le parrocchie, il comune, i medici e i pediatri. Sono 20 i volontari che contribuiscono al progetto, 10 i laboratori attivi, 35 i nuclei familiari accompagnati e aiutati.