sabato,Aprile 19 2025

Tursi: «Sulla Città unica di Cosenza classi poco dirigenti cercano di coprire il vuoto politico»

Il dirigente democrat: «Chi denuncia il metodo impositivo della destra, è lo stesso che poi lo applica all'interno del partito»

Tursi: «Sulla Città unica di Cosenza classi poco dirigenti cercano di coprire il vuoto politico»

«Ho appreso di un interessante confronto tra metodo e merito. Chi denuncia il metodo impositivo, non partecipativo della destra regionale è lo stesso che decide la posizione del Pd in una riservata chiacchierata tra tre maggiorenti. Senza mai discutere di questo tema o di altro (tipo le liste delle provinciali) negli organismi partecipativi e decisionali previsti dal partito. Che infatti non vengono convocati dal luglio (l’assemblea provinciale) e dall’ottobre (la direzione) dell’anno del Signore 2022 (si 2022)». Ad affermarlo è Antonio Tursi, dirigente della Federazione provinciale di Cosenza del Partito Democratico.

Il riferimento è alla conferenza tenuta ieri mattina dai consiglieri regionali Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci insieme a Vittorio Pecoraro e Maria Locanto. Nei confronti di questi ultimi due, la posizione di Tursi resta critica. Dal meeting con la stampa è emersa l’idea di una costituente con cui accompagnare la proposta di legge dapprima al referendum consultivo previsto per dopo l’estate, poi al voto in Consiglio regionale. L’idea di fondo è garantire una serie di emendamenti per riportarla a loro avviso nell’alveo della democrazia.

«Nel merito della città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero – ha aggiunto Antonio Tursi – ribadisco pubblicamente una posizione che ho condiviso da sempre con gli amici “urbani”: classi poco dirigenti (che infatti non riescono a collegare viale Mancini con viale Principe o a realizzare una comunicazione veloce tra il centro di Cosenza e l’Unical) cercano di coprire il vuoto di visione politica con una preconfezionata soluzione amministrativa che ha l’unico pregio (potenziale) di cavalcare quel senso di novità che tanto spesso alimenta le fiammate dell’opinione pubblica. Detto chiaramente: classi dirigenti all’altezza delle sfide del presente, servizi efficienti ai cittadini e scelte condivise per l’area urbana non richiedono affatto la fusione di tre (o più) comuni.

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