Lefosse: «Salimbeni responsabile. Azione protagonista per la giunta di Corigliano Rossano»
Il coordinatore provinciale del partito di Carlo Calenda: «Noi alleati del centrodestra, ma non organici. Straface vincerà, Stasi poi spiegherà come ha messo insieme gente che lo attaccava fino ad un mese fa»
La campagna elettorale per le amministrative di giugno a Corigliano Rossano è entrata ormai nel vivo. Dopo il ritiro di Mattia Salimbeni, il centrodestra si è schierato compatto al fianco di Pasqualina Straface, mentre il primo cittadino uscente Flavio Stasi è riuscito a ricreare il campo largo di centrosinistra in riva allo Ionio a suo supporto. Dopo la stretta di mano con la Federazione provinciale del Pd, è arrivata anche la fumata bianca con il Movimento 5 Stelle. Fatto sta che la novità degli ultimi anni è stata Azione, radicatasi in città e critica con il sindaco. Il coordinatore provinciale Giovanni Lefosse fa il punto ai nostri microfoni.
Azione è stato il partito più chiacchierato nelle ultime settimane in vista delle amministrative di Corigliano Rossano. Salimbeni ha ritirato la sua candidatura e non l’ha presa bene. Il partito?
«Azione è la vera novità del panorama politico cittadino. Quando una forza politica diventa attrattiva credo sia normale che abbia i riflettori puntati. Le chiacchiere fanno parte del gioco politico, guai se una forza politica si sottraesse alle proprie responsabilità. Dare risposte è un dovere per chi fa politica in modo serio. È opportuno sottolineare, tuttavia, che la qualità del sistema politico dipende anche -e soprattutto- dalla qualità delle domande. Spesso la terza città della Calabria insegue più i pettegolezzi che i contenuti. Per quanto riguarda Mattia, la sua candidatura è stata concepita in modo collegiale da tutto il partito a livello locale. Quando il quadro politico è mutato, tutti insieme abbiamo affrontato la discussione allo stesso modo. Credo che per fare politica in modo serio si debba anteporre il senso di responsabilità rispetto alla traiettoria della carriera di un singolo. Mattia è stato il primo a fare un ragionamento di responsabilità. La sua candidatura non è nata dal nulla né a caso, ma è stata la sintesi di un preciso ragionamento politico. Allo stesso modo, quando lo scenario è cambiato, abbiamo ritenuto opportuno, come forza politica, dare dimostrazione del nostro senso di responsabilità.
Il Governatore Occhiuto ha chiesto l’unità del centrodestra per il Comune più grande della Provincia di Cosenza. Impossibile però che oggi Azione, dopo il passo indietro di Salimbeni, non ambisca alla carica di vicesindaco o di Presidente del Consiglio. Li reclamate?
«Per cinque anni ci siamo caratterizzati come forza alternativa a Stasi. Per quattro anni e sei mesi siamo stati l’unico partito presente in consiglio comunale a rappresentare il centrodestra. Abbiamo scelto la linea della coerenza e della sintesi. L’unità della coalizione è stata voluta da tutti i soggetti coinvolti a ogni livello istituzionale. La coalizione di centrodestra ha le carte in regola per governare la città dimostrando di affrontare a viso aperto le grandi sfide politiche e amministrative, a cominciare dalla realizzazione della città unica. La composizione della giunta ci vedrà protagonisti in modo serio e costruttivo. La terza città della Calabria si governa con una squadra e di certo non con il modulo dell’uomo solo al comando. La serietà che ci contraddistingue non porta a reclamare, bensì a ragionare. Oggi dobbiamo lavorare per vincere le elezioni come coalizione e dimostrare che il nostro programma non è un libro dei sogni. Azione metterà in campo una lista seria e competitiva. Se vogliamo essere seri non dobbiamo ragionare sui nomi, ma sui progetti».
Stasi contro Straface. Che mondi si sfidano secondo Lefosse?
«Analizziamo i fatti. Flavio Stasi è sindaco uscente, dovrà dare conto di quello che ha fatto e di quello che non ha fatto. Personalmente, mi piacerebbe che il dibattito politico si orientasse sui contenuti, sui programmi. Ci saranno due visioni di città. La nostra è quella di una città che guarda al futuro, alle sfide di una programmazione europea, che affronta temi complessi in modo serio e non in modo semplicistico. Una città che sappia valorizzare il suo patrimonio e non si accontenti delle “mancette da concerto”, ma che punti all’eccellenza. Dobbiamo spiegare che l’antipolitica ha fallito non solo la sfida amministrativa, ma anche quella generazionale. Tanti giovani sono delusi e mi chiedono il motivo per cui ci siano così tante “giravolte”, la ragione per la quale esponenti della minoranza abbiano detto di tutto in cinque anni e ora, senza nessun pudore, lavorano a liste a sostegno di Stasi. Cheerleader a parte, Stasi dovrà spiegarci come ha fatto a mettere insieme persone che fino a un mese fa dicevano e addirittura scrivevano di tutto contro la sua amministrazione. Personalmente, credo che la morte della politica sia la mistificazione dell’avversario, però ho l’impressione che spesso chi ha predicato bene…».
Prima che la segreteria nazionale indicasse il generale Graziano come commissario cittadino, anche nel circolo locale sono volati gli stracci. Un po’ come nel PD. C’è chi dice che, in fondo, la provenienza è quella e il DNA anche…
«In realtà non è volato nessuno straccio. La segreteria nazionale ha messo ordine in un momento delicato. La nostra classe dirigente viene selezionata dai congressi, a pochi mesi dalle elezioni amministrative non c’era il tempo per celebrare un congresso. La segreteria nazionale ha preso atto delle indicazioni del comitato cittadino. Giuseppe Graziano ha accettato con spirito di responsabilità un incarico delicato. A Corigliano-Rossano c’è una classe dirigente di grande spessore. Le riunioni del direttivo sono un momento di formazione e di partecipazione. Le decisioni si assumono secondo le regole della democrazia e del buon senso. Il PD è una forza politica che rispetto, ma dalla quale ci differenziamo per metodi e contenuti. Da noi le decisioni vengono prese a livello locale, non provinciale. Ho molti amici nel PD che non si riconoscono nella direzione che il partito ha imboccato sia a livello nazionale che locale. Di fatto, trovo che il PD stia assumendo le sembianze di una succursale dei populisti e i populisti stiano prendendo lezioni di politica da chi pratica metodi da Prima Repubblica».
Senta, spesso avete ribadito di valutare di volta in volta le alleanze. L’impressione però è che in Calabria non ci sia storia: siete organici al centrodestra.
«Siamo alleati, appunto, non organici. Siamo alleati in Basilicata e saremo alleati in tutti quei contesti nei quali si può ragionare di politica con soggetti di spessore. Il bipolarismo in Italia ha generato conseguenze nefaste. La politica non può essere sintetizzata negli schemi del ‘900. Oggi dobbiamo parlare un linguaggio nuovo, diverso».
Azione, specialmente nelle figure di Graziano e De Nisi, alle prossime europee dovrà dimostrare una presenza consistente sul territorio. È presumibile la candidatura di uno dei due o si punta ad altro?
«Stiamo ragionando a livello regionale con le altre Province. Graziano e De Nisi sono i soggetti istituzionali maggiormente rappresentativi in Regione. Sicuramente la Calabria darà un apporto significativo alla formazione della lista, ad oggi non ci sono “pacchetti preconfezionati”. In questi giorni, oltre agli auguri di Pasqua, sto scambiando opinioni con diversi amministratori e dirigenti del partito, ma la scelta sarà assunta a livello regionale, di concerto con gli altri segretari provinciali».