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«Io sono Christian di Verbicaro e svolgo questo rito con passione nei confronti dell’Addolorata. Ho fatto un voto a questa Madonna e rivivo la Passione di Gesù nella sera del Giovedì Santo, ricordando la Flagellazione». Il nostro viaggio alla scoperta del rito dei battenti parte così, da queste parole, pronunciate una decina di giorni fa da Christian Sgamba, 32 anni, battente per devozione, che ci ha spalancato le porte di casa per raccontarci i risvolti più umani e profondi di un rito, quelli dei battenti di Verbicaro, che da decenni non smette di dividere, scandalizzare, ma anche affascinare.
Il rito dei battenti è la rappresentazione nuda e cruda della Passione di Cristo. Coloro che vi prendono parte, si “battono” sulle gambe con un tappo di sughero intagliato di pezzi di vetro, detto il “cardillo“, e poi compiono tre volte il giro del paese, mentre amici e conoscenti di tanto in tanto versano del vino sulle ferite per disinfettarle.
La rappresentazione si conclude alla fontana vecchia, intorno alle 3 del mattino, dove i battenti lavano le ferite sanguinanti con l’acqua gelida. «La notte del Giovedì Santo – rivela il giovane – sento di me una forza sovrumana. Se dovessi battermi in un altro giorno dell’anno, io non sarei capace di farlo». (Continua a leggere l’articolo su Lacnews24.it)