lunedì,Aprile 28 2025

Il calvario di Paolo Maletta, arrestato per il processo Stige e poi dichiarato innocente

Il dipendente del comune di Colosimi, racconta in questa lettera la sua odissea giudiziaria durata sei anni

Il calvario di Paolo Maletta, arrestato per il processo Stige e poi dichiarato innocente

Finalmente, dopo sei anni di calvario la Giustizia ha trionfato. È proprio per questo che mi accingo a fare i dovuti ringraziamenti pubblicamente, in primis tutti i miei familiari che in questo periodo mi hanno sostenuto in tutti i sensi, poi i miei avvocati per l’eccellente lavoro svolto oltre che per l’affetto e la vicinanza dimostrata in tutti questi anni ed i giudici della Corte d’Appello che finalmente hanno letto con la giusta scrupolosità gli atti della mia difesa potendo giungere all’unica soluzione possibile: Assolto per non aver commesso il fatto. I miei ringraziamenti vanno anche a tutte quelle persone incontrate nell’istituto di detenzione, persone speciali e soprattutto altruiste che pur non conoscendomi hanno pensato al mio benessere prima che al loro: ogni giorno avevano una parola di conforto per me facendo di tutto per farmi sorridere ma purtroppo le lacrime avevano ormai preso il sopravvento, ogni giorno ed ogni notte. Oggi posso tornare finalmente a sorridere alla vita.

Dopo oltre 33 anni di servizio presso l’Ente pensavo di aver coltivato nel tempo altre amicizie oltre a quelle di gioventù ma oggi purtroppo mi sono accorto, a mie spese, che quelle che pensavo fossero “amicizie” si sono rivelate solo ed esclusivamente “amicizie di interesse” dovute alla carica che ho ricoperto in tutti questi anni. Ci avevo creduto così tanto da non capire che a queste persone servivo solo per il loro ludico interesse, dimostrato dal fatto che non solo hanno preso le distanze da me ma anche perché oggi hanno paura di affrontarmi. Più persone nell’istituto mi dicevano che quando sarei uscito avrei potuto capire se avevo amici oppure no. Devo dire che avevano perfettamente ragione: tutte quelle persone che prima mi giravano intorno, che apparivano come legati da vero affetto si sono defilati. Questa triste esperienza mi ha permesso di toccare con mano quelli che sono i veri valori e le persone che realmente posso definire amici. Ma la cosa ancora più grave è stata quando con amara sorpresa vengo a conoscenza, attraverso i miei legali, di una delibera dell’Ente di costituzione di parte civile nei miei confronti. Con questo atto, pensato e formalizzato dagli allora luminari amministratori di turno, hanno inteso bene “tutelare oltre che gli interessi dell’Ente anche il rapporto di fiducia con i cittadini”.

Mi chiedo ancora oggi tutelare da chi e da che cosa. La costituzione di parte civile non è un atto obbligatorio. La parte politica cioè l’intero Consiglio Comunale e la Giunta non solo hanno preso le distanze ma mi hanno completamente abbandonato non spendendo neanche una parola a mio favore ne verso la mia persona ne con i magistrati che si occupavano del caso. Qualcuno avrebbe potuto e dovuto dissociarsi da questo atto di costituzione parte civile che personalmente reputo vile nei confronti di chi ha dato tanto per questo Ente, per gli amministratori che si sono succeduti e per l’intero territorio come le testimonianze tutte sostengono. Non nascondo che ho pianto forse di più per il contenuto della delibera (“tutelare oltre che gli interessi dell’Ente anche il rapporto di fiducia con i cittadini”) che per tutto il contesto. Non ti aspetti mai una cosa del genere da persone alle quali hai dato tutto e insegnato tutto ma che hanno solo saputo sfruttarti per tutto, anche in questo caso credendo sempre in quella che definivo “amicizia”.

Oggi, purtroppo, mi rendo conto, a mio discapito, di aver preso l’ennesimo abbaglio con persone che non meritano nulla se non solo il mio più totale disprezzo come esseri umani, persone senza cuore e senza dignità. Oltre al danno anche la beffa: Reintegrato in servizio presso l’Ente, con amara sorpresa di molti, alcuni addirittura forse speravano in un non ritorno, scopro a mie spese che con i miei stipendi (non corrisposti per oltre 6 anni) sono state effettuate spese diverse senza aver avuto il minimo pensiero di accantonare le relative somme.

Quindi dopo il danno, la beffa: le somme a me spettanti non solo non esistono più ma sono state utilizzate per altri scopi. In spregio ad ogni norma ed al buon senso, nonostante le rassicurazioni verbali date all’attuale amministrazione comunale dagli uffici competenti, scopro che le somme a me spettanti (che non potevano essere destinate ad altri scopi) non sono state accantonate. In data odierna mentre mi accingo a queste doverose precisazioni, vengo a conoscenza che probabilmente, e aggiungo finalmente, questo ulteriore epilogo sembrerebbe arrivato a conclusione. Questi sì che sono comportamenti da censurare in tutte le sedi. Sono le stesse persone che non hanno avuto alcun riguardo verso chi, per oltre 30 anni, ha solo servito la propria città e ha espletato la funzione con il rispetto di ogni norma amministrativa e soprattutto con etica.

Paolo Maletta