Amaco, l’ex assessore al Bilancio Giordano: «Il Comune di Cosenza ha fatto di tutto»
Il vecchio esponente di giunta: «Ogni occasione è buona per deresponsabilizzarsi, disconoscendo il lavoro svolto dall’amministrazione guidata da Franz Caruso e arrivando, per biechi motivi elettorali, ad attribuirgli responsabilità nel fallimento»
di Francesco Giordano*
“Quella di Amaco è una triste vicenda di gestioni operative e contabili non in linea con quella che nel linguaggio aziendale si definisce efficienza di impresa. L’Amministrazione guidata dal Sindaco Franz Caruso ha provato in ogni modo a entrare nei meandri contabili ed amministrativi della sua partecipata e, da subito, ha avviato la procedura imposta dalla legge e mai rispettata, di allineare la propria contabilità con quella della partecipata AMACO. All’esito delle prime verifiche, emergeva la presenza nei bilanci di AMACO di crediti verso il Comune di Cosenza, socio unico, per circa 3 milioni di euro derivanti da presunti servizi resi in assenza di qualsivoglia supporto contrattuale e sempre disconosciuti dall’Ente al punto da arrivare al contenzioso.
Attesa la vetustà di tali crediti e la presenza di contenzioso con elevato rischio di soccombenza per la partecipata, quest’ultima avrebbe dovuto, in applicazione delle stringenti norme di contabilità aziendale, svalutare tali crediti fino ad azzerarli (basta chiedere, in merito, ai precedenti collegi sindacali). Ciò premesso, l’Ente, socio unico, per evitare alla partecipata UN BUCO DI 3 MILIONI DI EURO, raggiungeva un accordo transattivo con l’amministrazione di Amaco per il riconoscimento e la liquidazione di una parte di quei crediti che venivano ammessi per un milione e 800 mila euro e pagati dall’OSL per 900 mila euro, assicurando alla partecipata un’iniezione di liquidità quanto mai necessaria a fine 2022 per il pagamento di stipendi e servizi essenziali.
Inoltre, l’Ente chiedeva alla sua partecipata la predisposizione di un Piano Industriale utile a programmare una riorganizzazione dell’attività aziendale con un ritorno ad utili reali di gestione. Il Piano industriale, laddove sostenibile, sarebbe stato sottoposto al Consiglio comunale dell’Ente che avrebbe, come da impegni assunti, provveduto a ricapitalizzare in beni la partecipata, consentendole di restituire al proprio patrimonio netto il valore richiesto per lo svolgimento dell’attività di trasporto pubblico locale. Inoltre, in caso di approvazione del Piano industriale prodotto dall’azienda, si sarebbe valutata anche la possibilità di successive iniezioni di liquidità compatibilmente con le casse di un Comune in dissesto, disastrato da anni di mala gestio e chiamato a rispondere di debiti insoluti per quasi 300 milioni di euro.
Per motivi che ancora oggi si ignorano, il Piano industriale richiesto, dapprima non veniva elaborato dall’azienda e, successivamente, dopo diversi solleciti, venivano prodotti degli schemi di Piano del tutto inattendibili che mai avrebbero potuto ottenere il placet del Consiglio Comunale. Nel frattempo interveniva la richiesta giudiziaria di fallimento dell’Azienda per evidenti e gravissime problematiche finanziarie. Di fronte a questa ulteriore, quanto inaspettata evenienza, l’Amministrazione guidata da Franz Caruso ha tentato con ogni mezzo di prevenire il fallimento, sostituendolo con un piano concordatario che avrebbe dovuto abbattere l’esposizione debitoria dell’azienda consentendole di continuare nella sua attività e di assicurare il mantenimento dei posti di lavoro.
Tuttavia, i competenti organi giudiziari, di fronte a voragini finanziarie di gran lunga più gravi rispetto ai 3 milioni transatti dal Socio Unico (si tratta di numeri a più cifre) e, di certo, non ascrivibili all’Amministrazione Caruso, ha decretato il fallimento di Amaco. Di fronte ai numeri emersi nel procedimento giudiziario e, purtroppo, conseguenza non di sfortunate e temporanee congiunture economiche, bensì di molti anni di errori di gestione e programmazione, l’Amministrazione Caruso poco avrebbe potuto ai fini del risanamento e, con ogni probabilità, anche il perfezionamento di eventuali operazioni di ricapitalizzazione si sarebbe rivelato ampiamente insufficiente, atteso il grave quadro che la Procura ha fatto emergere sulla vicenda Amaco. In questo contesto, le parti politiche coinvolte sarebbero chiamate ad assumere un atteggiamento responsabile e collaborativo a tutela dei lavoratori e del TPL.
Invece, ogni occasione è buona per deresponsabilizzarsi, disconoscendo il lavoro svolto dall’Amministrazione guidata da Franz Caruso e arrivando, per biechi motivi elettorali, ad attribuire all’Amministrazione in carica responsabilità nel fallimento di un’azienda le cui condizioni erano irreversibilmente drammatiche e non certo per le poche scelte oculate e di buon senso, poste in essere dalla Giunta Caruso. Piuttosto che criticare a mezzo stampa, sarebbe opportuno che la minoranza contribuisse a sollecitare un intervento dell’Amministrazione regionale, unica, all’attualità, in grado di garantire il mantenimento dei posti di lavoro delle famiglie che traggono il loro sostentamento dall’impiego in Amaco”.
*Francesco Giordano, ex assessore al Bilancio di Cosenza