Città unica, la stilettata di Orlandino: «Nel borgo di Castrolibero si respira la libertà» – VIDEO
Secondo il sindaco Greco se i cittadini del suo comune dovessero esprimersi contro la fusione, la procedura dovrebbe essere congelata
Il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco parla con orgoglio del progetto “Castrufrancu e i Bagni del Palazzotto: Il Borgo dei Saperi Senza Tempo” che sta trasformando il centro storico della cittadina dell’area urbana cosentina in un importante polo turistico e di benessere. E non manca di assestare una stilettata alla classe politica regionale impegnata a Palazzo Campanella, nel portare avanti la proposta di legge di istituzione del comune unico, il cui testo prevede la fusione proprio di Castrolibero con Cosenza e Rende. Orlandino Greco non ha mancato di sottolineare più volte come, a suo parere, il perfezionamento di questo passaggio, debba essere preceduto da un referendum. E che si dovrà tenere conto della volontà degli abitanti dei singoli territori. Tradotto in soldoni significa che se i cittadini di Castrolibero dovessero esprimersi contro la fusione, secondo Orlandino Greco, la procedura dovrebbe essere congelata. L’attuale norma invece, prevede che la fusione si possa realizzare ugualmente.
«La bellezza di Castrolibero è la libertà che si respira in questo borgo – ha detto Orlandino Greco – L’aria di libertà è l’aria di chi sta in trincea. Lo dico inviando un messaggio a taluni consiglieri regionali che pensano di fare la fusione e magari qui non ci sono mai stati. Castrufrancu era un accampamento dei francesi, costruito appunto nell’area del Palazzotto, per proteggere Consentia dagli invasori saraceni che venivano dal mare. Chi vuol capire, capisca. La storia racconta che questo borgo è sempre stato libero. Ci avevano provato i Telesio ad occuparlo e la città si è ribellata, uccidendo Valerio Telesio, fratello di Bernardino. Insomma, qui c’è una storia millenaria che parte da Pandosia ed arriva ai nostri giorni». Come dire, nessuno provi a cancellare questa storia.
Il sindaco ha rilasciato queste dichiarazioni al nostro network durante un sopralluogo tra gli edifici storici destinati ad ospitare le opere di riqualificazione urbana e sociale del progetto La Porta aperta sul Borgo. Tra gli interventi l’allestimento di un centro benessere all’interno di una costruzione medievale, dotato di saune, docce emozionali, piscina riscaldata all’aperto e di due vasche californiane con idromassaggio. E poi altre aree per il relax, la socialità, l’aggregazione, in immobili recuperati al patrimonio pubblico, da destinare al turismo lento, funzionali alle moderne esigenze di ospitalità e logisticamente ubicati in un’oasi di tranquillità e però a pochi chilometri dal capoluogo bruzio e dalle principali infrastrutture viarie e di comunicazione.
Ci sono poi un laboratorio di cucina con annessa scuola del gusto, un info point attrezzato, un’area cinema e workshop nella ex Chiesa di San Giovanni, e poi botteghe d’arte, un’area per le attività sportive, un percorso verde tra gli ulivi ed un Café Conciliary Room, ovvero uno spazio di co-working e coabitazione sociale dove staccare dalla giornata lavorativa, consumare un the o un drink e rilassarsi.
I lavori sono in stato estremamente avanzato: quasi il novanta percento delle opere sono state completate ed anche le dotazioni e gli arredi sono già sistemati negli ambienti e pronti per l’uso. Per questo l’amministrazione sta predisponendo le procedure per l’affidamento della gestione delle strutture, con l’auspicio di poterle aprire al pubblico già entro l’estate.
«Partendo dalla riqualificazione – ha spiegato ancora il sindaco Orlandino Greco – abbiamo messo a punto un insieme di interventi che ci consentono di attuare una sostanziale trasformazione del borgo da abitativo ad ospitale, con l’idea di intercettare quel segmento del turismo del benessere, in costante espansione, scandito dalla ricerca dello stare bene. Siamo così convinti della bontà di questa iniziativa che intendiamo acquisire altri immobili che possano essere funzionali allo sviluppo ulteriore di attività ricettive diffuse».
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