De Caro vuole avvicinare Bruxelles ai sindaci dei comuni italiani
Il sindaco di Bari spiega le ragioni della sua candidatura nella Biblioteca di Rende. In platea tanti amministratori che lo invitano a portare più sinistra in Europa
C’era il sindaco di Aiello Calabro, Luca Lepore e il capogruppo del Pd al comune di Acri, Franca Sposato. C’erano i consiglieri comunali di Cosenza Graziadio e Tinto, il segretario provinciale del Pd, Vittorio Pecoraro e la presidente Maria Locanto, c’era una rappresentanza degli studenti e anche il giovane candidato sindaco di Colosimi, Francesco Palermo, il segretario della Camera del Lavoro di Cosenza, Massimiliano Ianni e tanti amministratori.
Tutti ad ascoltare le ragioni per cui Antonio De Caro ha deciso di candidarsi alle Europee. L’incontro è stato quasi informale a partire dal look di De Caro che si presenta in jeans e maglioncino. Il sindaco di Bari dice che vuole portare i problemi dei primi cittadini a Bruxelles. Lui che oltre ad essere stato sindaco ha ricoperto anche il ruolo di presidente nazionale dell’Anci, l’Italia e i suoi Municipi l’ha girata tutta. Ha toccato con mano i problemi dello spopolamento delle aree interne e i problemi delle periferie delle grandi città. Conosce bene le difficoltà nello svolgere il delicato mestiere del sindaco e racconta una miniera di aneddoti come quello del sindaco che non avendo risorse si è messo a tagliare personalmente le siepi comunali ma è stato poi multato dall’Asp perché non aveva i dispositivi di protezione individuale.
Tutto questo per dire che i comuni italiani sono attraversati da problemi simili e che l’Europa è molto più incisiva di quanto si pensi. De Caro fa due esempi, uno positivo e l’altro meno. Quello negativo è la famosa direttiva Bolkestein che impone ai comuni di effettuare gare per ambulanti e balneari. Il problema, sostiene il sindaco di Bari, è che la direttiva è stata scritta malissimo per cui nonostante le varie interpretazioni dei giudici italiani i sindaci non sanno bene come applicarla, come fare le gare a quali prezzi etc.
Ma l’Europa non è solo matrigna. De Caro cita il periodo del Covid quando la Ue ha acquistato per tutti i cittadini i vaccini che sono stati tempestivamente somministrati, a differenza di quanto è avvenuto per esempio negli Usa. O ancora le risorse del Pnrr, 220 miliardi, molti dei quali sono a disposizione proprio dei sindaci.
Insomma è la voce dei primi cittadini che De Caro vorrebbe portare in Europa. Per avvicinare Bruxelles ai piccoli e grandi comuni calabresi e per convincere la Ue che il disegno dell’autonomia differenziata è profondamente sbagliato. In questo De Caro sente di cogliere l’invito, arrivato dalla platea, di portare più sinistra in Europa.