Castrovillari, duetto d’autore tra Di Gregorio e Raniolo al Festival Ricorrente dei Lettori
Hanno sfogliato le pagine di “War Room” e “La partecipazione politica”, libri che si rivolgono ad un pubblico variegato: politici di professione e outsiders che intendono candidarsi a cariche elettive
di Alessandra Bruno
Il Festival Ricorrente dei Lettori, progetto artistico-letterario dell’Accademia Pollineana con il patrocino dell’amministrazione Comunale di Castrovillari, ha organizzato per la IX edizione di “I Lettori – The Readers” un Duetto D’Autore con Luigi Di Gregorio e Francesco Raniolo. Si è tenuto presso il Circolo cittadino di Castrovillari venerdì 31 maggio in un luogo di cultura e di dibattito, messo a disposizione dal presidente Antonino Ballarati.
Apre l’incontro culturale il presidente dell’Accademia Pollineana Pasquale Pandolfi che presenta le ultime fatiche letterarie “War Room” e “La partecipazione politica”, rispettivamente scritti da Di Gregorio e Raniolo.
Luigi Di Gregorio è professore aggregato di Scienza Politica presso l’Università della Tuscia di Viterbo, dove insegna Comunicazione Pubblica, Politica, Sfera Digitale e Web e Social Media per la Politica. Insegna, inoltre, Campaign Management in diversi master e scuole di specializzazione. “War Room” è un testo che si rivolge ad un pubblico variegato: politici di professione e outsiders che intendono candidarsi a cariche elettive, professionisti, esperti e consulenti politici, studiosi e studenti di comunicazione e marketing. Di Gregorio affronta la politica da un punto di vista che abbraccia un approccio innovativo: combinando teoria e pratica, mira a studiare la politica immergendosi nel contempo nelle sue dinamiche interne.
Francesco Raniolo, docente di Scienza Politica all’Università della Calabria, dove è coordinatore del dottorato in politica, cultura e sviluppo, fa parte del comitato direttivo della società italiana di Scienza Politica. L’opera di Raniolo affronta un tema di grande attualità: l’odierna crisi in politica che si identifica nella scarsa partecipazione delle persone alle vicende istituzionali, con un forte calo, negli ultimi anni, degli elettori nelle varie competizioni elettorali. Il libro parla di democrazia dimezzata, di questo scenario di crisi multiple e di incertezza radicale, facendo luce sulle capacità degli uomini e delle donne di influenzare e ripensare il proprio futuro.
Prima di passare il microfono agli autori, prende la parola il sindaco di Castrovillari Lo Polito. «L’incontro culturale di oggi, che vede con noi Francesco Raniolo e Luigi De Gregorio è un’occasione importante per affrontare temi di attualità dal punto di vista di due studiosi. Abbiamo la possibilità di apprendere come le dinamiche della politica oggi mirano alla capitalizzazione del consenso e poco alla effettiva partecipazione democratica. Urge indagare attraverso analisi rivolte a questa disattenzione: il miglior legislatore non è quello che governa l’esistente, ma quello che pensa al futuro come hanno fatto i nostri padri costituenti» ha detto.
Segue l’intervento di Di Gregorio. «Il libro “War Room” parte da un’idea resa progetto. Questo libro riassume 25 anni di studio della politica e 22 anni di affiancamento alla stessa – evidenzia -. Tutto nasce quando facevo il dottorato e mi capitò di avere fra le mani il libro di Giovanni Sartori, il padre della scienza politica italiana. Mi resi conto che chi fa politica non la studia e chi la studia non la fa. Così, a 25 anni decisi di colmare il gap fra studiarla e farla ed ho iniziato a lavorare in diversi ministeri, feci la prima campagna elettorale nel 2006 e poi tante altre cose. Un libro che prova a riassumere queste due vite parallele, convinto del valore aggiunto che ne può derivare».
«Ad agosto 2021, ecco la scintilla per la creazione di questo testo. Stavo collaborando alla campagna elettorale per il sindaco di Roma, con un candidato che non aveva un percorso politico. Il fatto che il candidato con tutto il suo entourage fosse molto civico, mi ha dato la possibilità di ripartire da zero, ripensando a ciò che davo per scontato nelle campagne elettorali. A fine campagna – ricorda – avevo già scritto buona parte del libro e quindi non mi sono più fermato. La scintilla è scoccata proprio da questa campagna elettorale che fu un fallimento, una grande sconfitta. Ma si sa che dalla sconfitta si impara: quando perdi si fa un’ analisi che altrimenti di fronte ad una vittoria non si farebbe mai> conclude Di Gregorio.
Segue la presentazione di Francesco Raniolo. «Per rendere possibile la scrittura e la stesura di un testo, a volte, qualcuno ti mette in mano un cerino per dare il la. La creazione di questo libro – svela – parte da un evento specifico. Nel 2000 cercavo un editore che pubblicasse la mai tesi di dottorato. Mandai il manoscritto ad alcuni editori, mi rispose il Mulino. La condizione affinchè il libro fosse pubblicato era che scrivessi per loro un libro sulla partecipazione politica. Una proposta che accettai e nel 2002, intanto, venne pubblicata la tesi di dottorato».
<«A distanza di 22 anni – ricorda – il Mulino ripropose il testo sulla partecipazione politica. L’idea di ritornare su un testo che già c’era, mi ha stroncato e avevo deciso di non farlo più. Dovevo scriverne uno completamente diverso. La realizzazione di questo lavoro mi ha accompagnato e siamo cresciuti insieme in 20 anni di ricerche e di rapporti con altri colleghi. Ma un libro sulla partecipazione politica, da che punto di vista lo scrivo? Mi chiesi. Per affrontare questo tema, cuore della vita civile e democratica, decisi che bisognava prendere sul serio chi fa politica. E bisogna prendere sul serio i cittadini, che hanno visto le loro vite sconvolte negli gli ultimi 15 anni».
In questo libro – aggiunge – si parla si partecipazione politica nell’era della crisi economica del 2008, della rivoluzione digitale, della crisi dei migranti del 2015 e 2016; poi il covid, le guerre in Ucraina e poi il ritorno delle guerre in Medio Oriente e Palestina. Grandi trasformazioni della nostra vita sociale e con questa consapevolezza, la partecipazione politica per me diventa un modo per proiettarsi oltre la propria individualità, per rielaborare il dolore e le difficoltà. Questo libro mi ha insegnato che la politica vuol dire che non siamo soli: nel fare per gli altri e con gli altri c’è tutta la resilienza delle nostre democrazie».
Stimoli intensi alla riflessione, motivazioni profonde a due lavori diversi ma che si incontrano benissimo in un circolo virtuoso che vuole rendere più umano un campo, quello della politica, ormai minato in quel bene comune che ha sempre sotteso la politica stessa.
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