‘Ndrangheta, quadro allarmante nella relazione della DIA. Ecco tutte le cosche attive a Cosenza e provincia
Il rapporto della Direzione investigativa antimafia fotografa i legami tra clan e le proiezioni internazionali nel primo semestre 2023
Base in Calabria e proiezioni in Europa e Sudamerica. La relazione della Dia per il primo semestre 2023 conferma un quadro che resta allarmante riguardo alle capacità di infiltrazione della ’Ndrangheta di Cosenza, Reggio Calabria, Crotone o Vibo Valentia che sia.
Le indagini hanno «evidenziato la conferma della proiezione internazionale dei traffici di stupefacenti della ‘ndrangheta, in rapporti con fornitori di cocaina del Centro e del Sudamerica (Colombia, Brasile, Ecuador e Panama) e con organizzazioni paramilitari attive nel settore come il clan del Golfo in Colombia». Confermata anche «l’attività di riciclaggio in diversi Paesi europei (Francia, Germania e Portogallo), mediante l’acquisto di beni di lusso e l’avvio di attività nei settori della ristorazione ed autolavaggi (operazione “Eureka”) grazie anche all’operatività di soggetti di nazionalità cinese (operazione “Aspromonte Emiliano”)». Dati emesi nelle inchiesta Eureka e Aspromonte Emiliano. Il quadro internazionale non allontana, però, i clan dagli interessi a Milano e in Lombardia, «in particolare della cosca Bellocco. Le medesime considerazioni valgono per l’Emilia Romagna, con la presenza delle cosche crotonesi e reggine».
‘Ndrangheta a Cosenza, la confederazione bruzia e la galassia della Sibaritide
La confederazione di cosche a Cosenza e nell’hinterland si compone di 7 diverse articolazioni ’ndranghetiste «con un sostanziale e unitario assetto strutturale».
I gruppi sarebbero quello dei Patitucci e dei Porcaro, dei D’Ambrosio, degli Zingari-Bruzzese e de “gli altri Zingari”, tutti operanti nel territorio della città. Il gruppo Presta agirebbe invece nelle aree ricadenti nel Comune di Roggiano Gravina e quello dei Di Puppo a Rende. A Fuscaldo sarebbe operativo il gruppo Tundis contrapposto alla cosca Scofano-Martello-Ditto-La Rosa. Ad Amantea invece risulterebbe la presenza di due gruppi criminali distinti: da un lato i Gentile-Guido-Africano e, dall’altro, i Besaldo che manterrebbero rapporti di non belligeranza solo ai fini del perseguimento dei reciproci interessi illeciti.
A San Lucido risulterebbero attive le cosche Carbone e Tundis, mentre a Paola opererebbe la cosca dei Serpa, contrapposta a quella Scofano-Martello-Ditto-La Rosa.
Il Comune di Corigliano-Rossano, divenuto il terzo Comune della Calabria per numero di abitanti dopo la fusione, continuerebbe ad essere interessato da molteplici dinamiche criminali già esistenti all’epoca delle due aree urbane originarie. Corigliano sarebbe infatti sotto l’influenza criminale delle contrapposte famiglie dei Barilari e dei Conocchia. I Barilari avrebbero stretto alleanze sia con la famiglia Acri di Rossano, sia con la cosca degli Zingari-Abbruzzese attiva a Cassano allo Jonio. I Conocchia invece, già affiliati alla vecchia famiglia Carelli, risulterebbero avere legami con cosche reggine.
Nell’area di Rossano invece opererebbe la cosca Acri-Morfò, le cui attività criminali prevalenti sarebbero le estorsioni, il traffico e lo spaccio di stupefacenti, la gestione e il controllo di appalti pubblici e il riciclaggio con reinvestimenti nella torrefazione e prodotti derivati, nei servizi di vigilanza, nella distribuzione di prodotti da forno e di altri generi alimentari, nel noleggio di videogiochi anche di genere illecito.
Nell’area dei Comuni di Campana e Mandatoriccio, come è emerso già dall’operazione Stige, opererebbe un gruppo criminale capeggiato dalla famiglia Santoro (subordinato alla cosca cirotana Farao-Marincola) prevalentemente dedito ad estorsioni e spaccio di stupefacenti, pascolo abusivo, taglio non autorizzato di boschi, furti di bestiame e occupazione di terreni con reinvestimenti nei settori dell’agricoltura e del commercio.
Ad Altomonte opererebbe il sodalizio dei Magliari, dedito alle estorsioni in danno di commercianti e imprenditori del luogo e al traffico di stupefacenti. Il gruppo manterrebbe anche rapporti di affiliazione con il locale Farao-Marincola di Cirò, nonché con i Forastefano di Cassano all’Ionio. In quest’ultimo paese insisterebbero due importanti consorterie criminali, tra le più agguerrite della provincia di Cosenza: quella dei cosiddetti Zingari, riconducibile alla famiglia Abbruzzese attiva tra Cassano All’Ionio e Cosenza, e quella citata dei Forastefano. I due clan, dopo un periodo conflittuale, si sono riavvicinati e risulterebbero ora alleati nel traffico di stupefacenti e nelle estorsioni.
Nel semestre in esame, la Dia segnala l’attività d’indagine “Gentleman 2”, condotta dalla Dda di Catanzaro insieme alle autorità giudiziarie di Germania e Belgio e con la partecipazione anche dei rispettivi rappresentanti di Eurojust, proprio nei confronti delle ‘ndrine Forastefano-Abbruzzese, operanti nell’area dell’alto Jonio cosentino.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalla Guardia di finanza di Cosenza nell’operazione di ‘Ndrangheta, ha riguardato 26 soggetti ritenuti responsabili del reato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga ed armi. Le indagini si sono sviluppate, con la collaborazione dei collaterali franco-olandesi, anche mediante la decodificazione di conversazioni intrattenute con i criptofonini.