Cosenza-Rende-Castrolibero, quando la proposta di legge in Consiglio regionale?
L'idea dei consiglieri cosentini di centrodestra è di provarci entro la fine di luglio. I tempi previsti per il referendum altrimenti sarebbero stravolti
Adesso oppure i tempi si allungherebbero come il centrodestra non vorrebbe accadesse. La proposta di legge sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero, nelle previsioni e negli auspici dei firmatari, dovrebbe approdare in Consiglio regionale nella prossima seduta, verosimilmente l’ultima prima della fuga verso le vacanze. Ma nessuno dalla Cittadella si sente di dare certezze sul rispetto tempi. Anche perché le priorità al momento sono altre. Vale a dire ingressi in giunta, nuovi equilibri all’interno della coalizione con una campagna acquisti dalla Lega e la presidenza delle commissioni.
Eppure un po’ tutti i componenti cosentini della maggioranza avevano anticipato che, concluso l’iter nella I commissione – Affari Istituzionali con la risoluzione del 20 marzo, si sarebbero dedicati alla campagna elettorale per poi riallacciare i fili del discorso subito dopo. Vale a dire in questo periodo. Pierluigi Caputo (Forza Italia), Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia) e Giuseppe Graziano (Azione) sono i più attivi, tanto da aver partecipato ad una serie di incontri sul tema all’ombra della Sila. In particolare, il generale ha anche litigato con Franz Caruso sull’ipotesi paventata dal sindaco che, a margine dell’eventuale scioglimento dei tre comuni interessati alla fusione, a traghettare la costruenda città unica di Cosenza possa essere un commissario nominato direttamente dal presidente della Regione Roberto Occhiuto.
«Prima delle ferie estive, porteremo la proposta di legge all’interno del Consiglio, così da approvarla e indire il referendum – hanno detto a turno -. Quando convocheremo i cittadini alle urne per raccogliere il loro orientamento? Forse a novembre, perché entro la fine del 2024 vorremmo chiudere la parte referendaria». Ma qui il discorso si intreccia con due questioni. Quella di maggiore prossimità riguarda il ricorso. Il fronte del no impugnerà subito la legge omnibus con cui è stata modificata la norma che ha levato l’atto di impulso ai consigli comunali. Da Rende e da Castrolibero c’è chi ormai da un anno e mezzo parla ininterrottamente di legge anticostituzionale circa la fusione con Cosenza e aspetta l’indizione del referendum per regolarsi di conseguenza e bloccarne (o perlomeno rallentarne) l’iter.
Il secondo aspetto da non sottovalutare riguarda la fine del commissariamento del comune di Rende. Santi Gioffrè, Rosa Correale e Michele Albertini potranno prolungare il loro soggiorno a Palazzo di Città oltre il 28 dicembre 2024. Dalla Federazione Riformista ai manniani, passando per Attiva Rende e per il circolo di Forza Italia è una corsa a capire per primi, sulla base dei tempi tecnici, se vi sarà spazio per un ritorno alle urne oppure se, nella più estrema delle ipotesi, Rende cesserà di esistere prima di poter eleggere un nuovo sindaco, dopo la parentesi della gestione straordinaria.