Castrolibero, grande festa per l’arrivo del Mantello di San Francesco di Paola
La reliquia ha viaggiato con la scorta della polizia di Stato, custodita all'interno di una teca d'argento ed accolta lungo il tragitto, dalle comunità di Marano Marchesato e Marano Principato
Grande festa nella frazione Grande festa nella frazione Santa Lucia di Castrolibero per la riapertura al culto della Chiesa di San Francesco di Paola, 33 anni dopo l’ultima Santa Messa celebrata al suo interno. L’immobile, donato dalla famiglia Zupi, dopo un lungo restauro è stato restituito alla comunità. Scoperta una targa commemorativa a margine della funzione officiata dal parroco don Franco Zumpano, alla presenza del sindaco Orlandino Greco.
La cerimonia è stata sottolineata dalla esposizione del sacro Mantello di San Francesco di Paola. La reliquia ha viaggiato con la scorta della polizia di Stato, custodita all’interno di una teca d’argento ed accolta lungo il tragitto, dalle comunità di Marano Marchesato e Marano Principato, prima di giungere, dopo una breve processione, alla sua destinazione finale.
Il Mantello di San Francesco di Paola nella notte tra sabato e domenica è stato poi custodito nei locali della Questura di Cosenza dove nella mattina successiva del 14 luglio, si è svolto un momento di preghiera con l’Arcivescovo Giovanni Checchinato ed il cappellano della polizia Pier Maria Del Vecchio. La reliquia ha fatto poi ritorno nella chiesa di Castrolibero per il prosieguo delle celebrazioni quindi è stata nuovamente condotta nel Santuario di Paola.
«Il Mantello di San Francesco è un simbolo di protezione e di cura – ha detto il sindaco di Castrolibero Orlandino Greco – Oggi ho avuto il privilegio di chiedere al nostro Santo Patrono della Calabria di proteggere e curare la popolazione del mio comune. La storia di questo edificio di culto è lunga e travagliata – ha poi spiegato il primo cittadino – Abbiamo ricevuto un finanziamento importante per recuperarla e riaprirla ai fedeli. Potevamo fare altro, ma abbiamo scelto di rendere questa chiesa un luogo dell’anima, un luogo pulsante dove tanti giovani possono crescere e formarsi alla vita».
La fervente partecipazione dei fedeli testimonia come sia ancora radicato nelle comunità del Mezzogiorno quel substrato di devozione religiosa, attorno al quale rimangono salde le relazioni sociali, su cui si fondano i principi di assistenza e solidarietà: «Quando una chiesa riapre si ritempra la speranza – ha sottolineato padre Vincenzo Arzente, educatore dell’Ordine dei Minimi Francescani – È come si Dio ancora una volta mettesse dimora con la propria tenda in mezzo a noi. In questo periodo c’è una profonda crisi delle vocazioni, ma conserviamo un estremo attaccamento alle figure del Cristianesimo».
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