martedì,Ottobre 15 2024

Colloquio shock tra l’assassino di Cecchettin e il padre: «Non darti colpe, non ti potevi controllare»

La conversazione intercettata dagli inquirenti è stata inserita nel fascicolo. In quell'incontro il ragazzo disse anche di non aver detto tutto

Colloquio shock tra l’assassino di Cecchettin e il padre: «Non darti colpe, non ti potevi controllare»

«Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza. Non sei un terrorista. Devi farti forza. Non sei l’unico. Ci sono stati parecchi altri. Però ti devi laureare». A parlare è Nicola Turetta, papà di Filippo, attualmente in carcere a Verona per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin.

Il genitori rivolge queste parole al figlio durante un colloquio avvenuto all’interno della struttura detentiva di Montorio lo scorso 3 dicembre, il primo dopo l’arresto del giovane in Germania. All’incontro, durato poco più di un’ora, ha partecipato anche la madre. Questa conversazione è stata intercettata dagli investigatori e posta all’interno del fascicolo processuale. Oggi ne è stato pubblicato qualche stralcio dal settimanale Giallo e riportata oggi dal Corriere della Sera e da L’Arena di Verona.

«Ci sono altri 200 femminicidi. Poi avrai i permessi per uscire, per andare al lavoro, la libertà condizionale. Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti», ha detto il padre a Turetta nel tentativo di rassicurarlo. Poi gli chiede come si fossero comportati i magistrati con lui, e Filippo risponde «Meglio di quello che mi aspettavo». Esprime infine il timore di essere lasciato dall’avvocato, Giovanni Caruso: «Magari non ce la faccio a riferirgli tutto, io non ho detto tutto», poi nel colloquio il ragazzo avrebbe chiesto al padre se fosse stato licenziato per colpa sua.

Turetta andrà a processo il prossimo 23 settembre proprio per l’omicidio di Giulia Cecchettin, scomparsa lo scorso 11 novembre e trovata cadavere giorni dopo: è stata uccisa a coltellate e il corpo abbandonato nei pressi del lago di Barcis. Dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà, dal legame affettivo passato e dallo stalking; e poi dei reati di occultamento di cadavere, porto d’armi e sequestro di persona per la prima fase. Rischia l’ergastolo. Il ragazzo l’avrebbe uccisa perché, come lui stesso ha dichiarato durante l’interrogatorio col pm, lei non voleva più stare con lui, perché per lei quella relazione era ormai chiusa tanto che si stava sentendo con un altro ragazzo.