Le Tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore interpretate da Vincenzo Mancina
Intervista all'artista silano: «In un sogno ho incontrato un monaco che mi ha chiesto di condividere la ricchezza e dei suoi insegnamenti»
Vincenzo Mancina è un artista, un appassionato di arte, un camminatore, un uomo sempre alla ricerca, forse anche di sé stesso. Inquieto, indefinibile, irrequieto. Ora ha trovato in Gioacchino da Fiore l’acqua che calmi la sua sete di conoscenza e di scoperta. Mancina espone a San Giovanni in Fiore, nella biblioteca comunale, i suoi lunghi e appassionati lavori interamente dedicati a Gioacchino da Fiore, alla vigilia del congresso mondiale di studi gioachimiti.
“La mia prima mostra sul Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore rappresenta non solo il culmine di un intenso lavoro di interpretazione e traduzione, ma anche la realizzazione di un sogno che ha avuto origine in un momento di profonda ispirazione. In questo sogno ho incontrato un monaco che mi ha chiesto di “manifestare le scuritadi”, ovvero di far emergere e condividere la ricchezza e la complessità dei suoi insegnamenti.”
Da quel momento Mancina ha intrapreso un lungo e impegnativo percorso di studio e creazione. “Ogni tavola esposta è il risultato di una ricerca meticolosa per tradurre non solo il testo, ma anche l’essenza del pensiero di Gioacchino da Fiore, adattandolo alla nostra lingua e al nostro tempo. Ho cercato di catturare la profondità delle sue idee, riflettendo su come queste possano ancora risuonare nel mondo contemporaneo.”
La mostra, che sarà visibile fino al 10 agosto, non è solo un tributo al lavoro di un grande pensatore medievale, ma anche un invito a esplorare le interconnessioni tra passato e presente. “Spero che le tavole e i testi riescano a trasmettere la saggezza e la visione di Gioacchino da Fiore, stimolando il pubblico a riflettere e a confrontarsi con le proprie interpretazioni.” In questo viaggio Mamcina ha trovato una nuova forma di espressione artistica. “Sí, ma anche un profondo senso di connessione con le mie radici culturali e spirituali. È un onore per me condividere questo lavoro con tutti e spero che possa ispirare ognuno come ha ispirato me”. Fino al 10 agosto alla Biblioteca comunale di San Giovanni in Fiore sono esposte le Tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore, nella libera interpretazione di Mancina. E con i testi tradotti in italiano. Un lavoro complesso.
“Ho scelto di focalizzarmi su Gioacchino da Fiore non solo per la sua importanza storica come abate e profeta, ma soprattutto per la sua straordinaria visione filosofica e spirituale. Gioacchino rappresenta un punto di svolta nel pensiero medievale, un pensatore che ha saputo intrecciare la religione con un’interpretazione innovativa della scoria e del tempo.” Con i suoi dipinti e la traduzione delle tavole del Liber Figurarum, Vincenzo ha voluto rendere accessibile il suo pensiero a un pubblico più ampio. “La mia intenzione è quella di divulgare e far riscoprire il messaggio di Gioacchino, che parla di un’evoluzione spirituale dell’umanità e della storia, enfatizzando l’arrivo di una nuova era di illuminazione e comprensione.” Vediamo la figura che più risulta particolarmente riuscita nel lavoro di Mancina.
“Tutte le tavole sono per me di pari importanza, poiché ognuna di esse esprime concetti profondi e interconnessi che riflettono la visione di Gioacchino da Fiore. Personalmente, ritengo che ogni figura contribuisca a un quadro complessivo, permettendo di esplorare temi di spiritualità, storia e filosofia in modo integrato. La bellezza di queste tavole risiede nel loro insieme, piuttosto che nella singola figura.” Ma la tredicesima, ‘‘l’Albero Trinitario”, è quella che mi ha dato più filo da torcere, ma mi è rimasta nel cuore più delle altre”. Nella sua vita, Vincenzo ha fatto tante cose. È uno spirito irrequieto e pieno di energie. “Nella mia vita ci sono state diverse esperienze che mi hanno profondamente formato, ma due elementi spiccano in particolare: la mia famiglia e il mio viaggio sul Cammino di Santiago.” In prima istanza ovviamente la famiglia “Assolutamente.
È il fondamento della mia esistenza. I miei figli hanno portato una nuova dimensione alla mia vita, insegnandomi l’importanza dell’amore incondizionato, della pazienza e del sacrificio. La gioia, le risate e anche le difficoltà che abbiamo affrontato insieme hanno plasmato il mio carattere e la mia prospettiva sul mondo.” Dall’altro lato, il Cammino di Santiago. Che rappresenta un viaggio significativo, non solo fisico ma anche interiore. “La mia famiglia e il Cammino di Santiago hanno lasciato segni indelebili nel mio cuore, contribuendo a fare di me la persona che sono oggi. Questi elementi insieme hanno forgiato il mio spirito libero e irrequieto”.