giovedì,Settembre 12 2024

Stallo del governo sulla direttiva Bolkestein, anche la Calabria chiude gli ombrelloni per due ore

Le concessioni demaniali scadranno il 21 dicembre prossimo e sul futuro degli operatori non c'è ancora alcuna certezza

Stallo del governo sulla direttiva Bolkestein, anche la Calabria chiude gli ombrelloni per due ore

Ombrelloni chiusi per due ore in tutti i gli stabilimenti balneari d’Italia. È cominciata così questa giornata di protesta degli operatori turistici, preoccupati per il loro futuro. L’adesione, come fanno sapere i sindacati Sib e Fiba, si è registrata anche in Calabria. A illustrarci i motivi dello sciopero, durato dalle 7.30 alle 9.30, è stato Biagio Praino, titolare di uno stabilimento balneare di Praia a Mare: «Chiediamo una legge che tuteli la nostra categoria e la balneazione attrezzata». A preoccupare gli operatori turistici è lo stallo del governo sulla direttiva Bolkestein, che ormai da tempo sta accrescendo incertezze e disagi tra gli addetti ai lavori.

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Cos’è la direttiva Bolkestein

La direttiva europea Bolkestein, che prende il nome dal suo ideatore Frits Bolkestein, fu approvata ed emanata dalla Commissione europea nel 2006, con l’obiettivo di liberalizzare i servizi e le concessioni pubbliche all’interno degli Stati membri. Queste ultime hanno riguardato anche le concessioni demaniali, che in Italia scadranno il 21 dicembre 2024; dopodiché non saranno più rilasciate automaticamente previo pagamento di un canone annuo di poche migliaia di euro, ma saranno affidate al miglior offerente mediante aste pubbliche. Tale circostanza ha creato angoscia e disagi nella categoria degli operatori balneari; molti di questi rischiano di restare senza lavoro dopo una vita di sacrifici e di vedere la propria attività finire nelle mani di altri, senza nemmeno avere la possibilità di poter replicare.

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Il ruolo del governo

La direttiva europea è un atto giuridico che i Paesi dell’Unione Europea sono obbligati ad applicare. Tuttavia, ai governi si lascia piena libertà di decidere in che modo farlo. In Italia, però, sulla direttiva Bolkestein c’è ancora una profonda incertezza e la categoria dei balneari sbotta, facendo sentire la sua voce: «Questa protesta – dice ancora Praino, a nome dei colleghi calabresi – è guidata dal nostro sindacato, il Sib. Stiamo protestando per far capire al governo centrale che noi siamo compatti, uniti e vogliamo quello che è stato promesso e continueremo su questa linea». Poi continua: «Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ci aveva promesso che avrebbe gestito la situazione, che in qualche modo ci avrebbe tutelato e garantito. La nostra speranza è che possa essere presa in considerazione la legge Draghi, che almeno prevede un indennizzo per gli operatori balneari uscenti».

Il prossimo Consiglio dei Ministri

Le promesse della politica si sono infrante anche nel corso dell’ultimo Consiglio dei Ministri, «purtroppo non si è parlato di noi», ma da fonti attendibili il tema della direttiva Bolkestein potrebbe essere discusso nella prossima riunione, prevista a settembre. «Vogliamo essere fiduciosi ancora una volta – conclude Praino -, perché il governo ci è stato vicino in passato, vogliamo sperare che ci starà vicino ancora adesso». A tal proposito, i sindacati dei balneari fanno sapere che «a fronte delle indiscrezioni che danno per gli inizi di settembre un provvedimento da parte del Governo – sono revocate le altre due tappe previste per il 19 agosto (per 4 ore) e il 29 agosto (sei o otto ore)».

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