domenica,Ottobre 13 2024

Otto comuni contro Amantea, è “guerra” nell’Ats3. Pellegrino: «Noi non ci pieghiamo»

Tra i pomi della discordia la sede dell'Ufficio di Piano. La Regione ha deciso per il commissariamento, il sindaco non chiude alla decisione ma attacca i colleghi: «Atto di arroganza da parte loro»

Otto comuni contro Amantea, è “guerra” nell’Ats3. Pellegrino: «Noi non ci pieghiamo»

L’Ambito territoriale sociale (Ats3) di Amantea viaggia a vele spiegate verso il commissariamento, ipotesi già preannunciata dal governatore Roberto Occhiuto. Lo scorso 19 luglio, a margine di una riunione infuocata, otto comuni hanno messo “in minoranza” quello capofila. I primi cittadini di Aiello Calabro, Cleto, Serra d’Aiello, Lago, Belmonte, Fiumefreddo, Longobardi, San Pietro in Amantea da quel giorno si stanno facendo forza a vicenda contro il sindaco di Amantea Vincenzo Pellegrino, chiedendo una tipologia di governance differente.

Tanti i pomi della discordia, in primis la sede dell’Ufficio di Piano che dal 2018 era passato a San Pietro in Amantea e che dal 2022 l’Ente capofila reclama. In ultimo la nomina concordata con la Regione da parte dello stesso Pellegrino di un nuovo funzionario responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Ats3. Per tutti gli altri, un atto ostile e non condiviso che ha indotto la Regione, a margine di un incontro, ad optare per il commissariamento. Gli otto comuni coalizzati domani terranno una conferenza stampa, proprio ad Amantea, per esporre le loro ragioni alla cittadinanza.

Sindaco Pellegrino, l’Ats3 ha ricevuto una lettera dalla Regione. Entro un mese i comuni interessati devono trovare un’intesa. È un pre-commissariamento?
«Il Dipartimento Lavoro e Welfare della Regione ha acquisito tutti gli elementi per valutare la situazione e ha dato 30 giorni di tempo per agevolare un’eventuale ricomposizione tra le parti. Credo sia una prassi consolidata, ma sono certo che la decisione sia anche frutto della generosa volontà della massima istituzione della Regione di intervenire solo quando non ci sono vie d’uscita da una situazione di stallo che non può procrastinarsi all’infinito, con danni evidenti per le popolazioni amministrate».

Nei giorni scorsi si è esposto anche il Governatore Occhiuto anticipando il provvedimento. Aveva avuto questo sentore nel recente incontro avuto alla Cittadella?
«Il percorso per uscire fuori dalla situazione di cui parliamo è quello. Il Governatore ha preso atto della situazione e ha indicato la strada, che non era certo sconosciuta ai sindaci. Visto il contesto non c’erano alternative. Un periodo per superare lo stallo e poi, nel caso non ci siano sviluppi, si andrà al commissariamento, che non sarà del comune di Amantea o del sindaco dello stesso, come qualcuno ha anche provato, in palese malafede, a sostenere, ma dell’Ambito. A riguardo voglio anche specificare che tutte le ragioni che in queste settimane abbiamo partecipato al Dipartimento hanno trovato pieno ristoro e condivisione. Il Comune di Amantea non ha avuto alcuna bocciatura e mai ne avrà perché agisce conformemente alle regole».

Amantea ad oggi sembrerebbe isolata dagli altri otto sindaci facenti parte dell’ambito. Accusano lei in particolare di mostrare i muscoli e di non far valere il principio dell’uno vale uno.
«La città non è isolata per nulla, perché ha il conforto della norma e della ragione e, soprattutto, dei cittadini di Amantea e non solo. Ma c’è altro ancora. E’ giusto far sapere e chiarire che ogni atto da me compiuto negli ultimi giorni, a cominciare dal provvedimento per il trasferimento dell’Ufficio di Piano dal comune di San Pietro in Amantea ad Amantea, fino ad arrivare alla nomina a responsabile dell’Ufficio di Piano del nostro capace funzionario al quale è affidato il Servizio delle politiche sociali, sono stati concordati con il competente settore della Regione Calabria, in forza al regolamento, al profilo di valore della dottoressa Maria Concetta Zagordo e al ruolo che il sindaco di Amantea, comune capofila, ricopre nell’Ambito».

Può spiegare, ovviamente dal suo punto di vista, i motivi per i quali si è arrivati alla rottura?
«Se vuol sapere il motivo per il quale gli 8 sindaci interessati hanno avviato un attacco contro il comune di Amantea, che ricordo contribuisce all’economie dell’Ambito per oltre il 53 %, cioè più di quanto versano tutti gli altri comuni messi assieme, le dico che, a mio avviso, quello vero è uno solo. Dopo lo spostamento dell’Ufficio di Piano a San Pietro in Amantea avvenuto nel 2018, che, mi consenta di dire, non siamo riusciti a comprendere fino in fondo, con il benestare dell’allora sindaco di Amantea, Mario Pizzino, qualcuno, piuttosto ambizioso (altro che il sindaco Pellegrino uomo solo al comando…), impropriamente e ingiustificatamente, ha pensato che la sede del piano potesse rimanere dov’era per sempre e che il responsabile dello stesso importante ufficio potesse essere nominato a maggioranza. In realtà il regolamento sulla materia statuisce in modo apodittico, in specie all’art 29, che l’Ufficio di Piano deve trovare sede presso il comune capofila. Abbiamo, dunque, atteso, per mero rispetto istituzionale, cosa che ad altri fa difetto, altrimenti avremmo potuto legittimamente provvedere in ogni momento alla revoca di quel provvedimento del 2018, che il responsabile dell’Ufficio di Piano andasse in quiescenza, vista la discutibile clausola che all’epoca vincolò l’accettazione dell’incarico da parte dello stesso segretario comunale allo spostamento dell’Ufficio medesimo a San Pietro in Amantea, per poi avviare l’iter necessario per riportare l’Ufficio in questione dove le regole prevedono, e cioè nella sede del Comune capofila, che è inconfutabilmente Amantea, come decretato nella delibera della Giunta regionale 210 del 2015 e mai modificata. In realtà, come le carte raccontano, nel 2022 alcuni sindaci, dimostrando con chiarezza quale fosse la loro volontà, hanno anche provato a trovare conforto dalla Regione, attraverso atti formali, alla loro volontà di modificare quel decreto con una “maggioranza qualificata” Ma lo stesso ente sovraordinato ha risposto con una sonora bocciatura, sottolineando come il criterio da adottare dovesse essere, inequivocabilmente, quello dell’unanimità. Operazione, quindi, fallita perché Amantea e l’amministrazione comunale che mi onoro di guidare non avrebbe mai votato una cosa simile e quindi l’unanimità non si sarebbe raggiunta. Andato in quiescienza l’ex responsabile dell’Ufficio di Piano, abbiamo, dunque, formalizzato la nostra richiesta e a quel punto è partito il fuoco di fila attraverso una serie infinita di interventi sulla stampa e un comportamento a dir poco verbalmente aggressivo e provocatorio, accampando giudizi negativi quanto falsi sulle competenze e sulle capacità e funzionalità della macchina amministrativa del Comune di Amantea, sugli amministratori, sul sindaco, e tesi in cui si scambiano le funzioni del legislatore, cioè la Regione, con i consigli comunali, che com’è noto a tutti, non hanno questi poteri. Ne discende, per essere chiari, che la fonte di diritto è proprio la Regione, non certo i civici consessi che non possono modificare le regole a proprio piacimento come gli altri sindaci dell’Ambito, in concorso, evidentemente ritengono.

Domani, sabato 17 agosto, gli altri otto sindaci terranno un incontro pubblico. Parteciperà?
«Guardi, le sarò sincero, quest’ultima provocazione ideata dagli 8 sindaci del territorio di venire ad Amantea per incontrare i cittadini della nostra città, non si può che leggere come un oggettivo e palese comportamento arrogante e istituzionalmente offensivo. Una cosa del genere, francamente, non sarei mai stato capace di pensarla, figuriamoci di farla. E poi sarei io che mostro i muscoli? Sarei io quello che non vuole creare un clima di collaborazione e di rispetto reciproco? Gli amanteani non hanno certo l’anello al naso e certamente non hanno più pazienza e voglia di sopportare chi tenta maldestramente di sottrarre alla propria città quello che gli spetta di diritto. Hanno capito benissimo quanto hanno perso in passato e come stanno le cose ora, anche perché ho avuto modo di partecipargliele descrivendole con dovizia di particolari e documenti in mano. A loro ho spiegato perché su questa vicenda non faremo alcun passo indietro. Per essere chiari: Non permetteremo a nessuno che la nostra città, che da più tempo e spesso con sorprendente tempismo degli avvenimenti, subisce un attacco concentrico su più fronti. La questione è che alcune cose sono avvenute quando Amantea era politicamente fragile, era guidata dalla commissione prefettizia, veniva fuori da due scioglimenti del consiglio comunale e veniva condotta verso il drammatico dissesto economico e finanziario che tutti sanno. Ma poi ci sono state le elezioni e i nostri concittadini hanno inteso mettere la parola fine ai vecchi sistemi e hanno premiato la nostra compagine, che oltre a lavorare senza soluzione di continuità per il risanamento, condizione essenziale per ripartire con una sana fase di sviluppo, ha divelto i legami con gli oliati sistemi di potere e introdotto la linea della fermezza, della legalità, della trasparenza a scapito della radicata e becera raccolta del consenso, diciamo, porta a porta, alimentata per decenni dai soliti favori e dai piccoli e grandi interessi individuali. Noi lavoriamo per quelli collettivi e questo ai vecchi politicanti che quotidianamente, con una certa faccia di bronzo, ci attaccano in modo verbalmente violento, offensivo e ipocrita, visto che sono gli stessi che hanno portato la città in questo stato, non piace per nulla e reagiscono, accecati dalla volontà di tornare ad esserci, non solo attraverso i social e la stampa amica ma anche con strategie e tattiche atte a mortificare la città, pensando di sottrarle territori, ruoli, uffici e quant’altro. Ma noi siamo vigili, molto vigili, e non lo permetteremo con gli strumenti della legge. E aggiungo che una parte della minoranza legata a Luigi Socievole, dimostrando di avere una visione autentica e lungimirante sull’importante fase politica, ha inteso in diversi momenti, pur effettuando un’opposizione costruttiva e responsabile, chiarire che indietro non si torna. La cosa sorprendente  è che loro sostengono, come la stragrande maggioranza degli amanteani, la battaglia per riportare l’Ufficio di Piano in città. La rimanente minoranza, invece, preferisce continuare ad aggredirci e innalzare polveroni senza costrutto ma non dice se la battaglia che stiamo conducendo la ritiene giusta e, quindi, la condivide o meno. Ma questa è un’altra storia…».

Cosa propone lei per uscire dall’impasse?
«Tutti sanno che qualche giorno addietro ho inteso fare un gesto politico nella direzione della distensione, aprendo alla possibilità di valutare assieme agli altri sindaci un’alternativa alla nomina del responsabile dell’Ufficio di Piano che, come detto, ho già provveduto ad effettuare in condivisione con il pertinente Dipartimento regionale. Cosa che ho loro puntualmente partecipato. A fronte di tale apertura, che so essere stata molto apprezzata dai dirigenti regionali, dagli stessi altri sindaci dell’Ambito mi è stata posta la preliminare condizione di una revoca della nomina al valente e scrupoloso funzionario, dall’indiscussa e riconosciuta professionalità, che il Comune di Amantea si pregia di avere nei suoi assetti. La loro pre-condizione, che per essere chiari pretende di risolvere la questione spostando la crisi sui soliti tavoli della politica della furbizia e dell’inganno, era di azzerare tutto per cambiare tutto. Ma noi non possiamo permettere che Amantea, che rivendica quello che la norma le assegna e che solo per pochi abitanti è la seconda città del Tirreno cosentino, con una storia nobile da riscattare, possa essere oltremodo mortificata. Se ne facciano una ragione: O il ruolo di Amantea viene riconosciuto in tutta la sua importanza, come stabilisce la regola, o questa vicenda non potrà che concludersi con l’attivazione dei poteri sostitutivi della Regione, che noi accetteremo con grande serenità, nella certezza del diritto. Finisco col dire che, sul piano dei servizi al cittadino, il sindaco di Amantea, che, com’è noto, prima di essere sindaco è un medico che ha speso quasi cinquant’anni della propria vita nelle sale chirurgiche accanto alle persone più fragili, è impegnato per fornire a tutte le popolazioni dell’Ambito il massimo dell’assistenza possibile, senza distinzioni di confini e rozze esigenze elettorali alle quali, al contrario di altri, non è per nulla interessato. Ed è proprio in questa direzione che auspico possa arrivare presto il momento in cui, superate le questioni al centro della vertenza, si possa dialogare in modo sereno e produttivo. E, soprattutto, ci si possa occupare con sempre maggiore attenzione ed efficienza dei più deboli».

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