Cosenza-Cremonese, gli Anni Ottanta: «Restiamo fuori, 19 euro significa lucrare sui tifosi»
Duro attacco del gruppo che prende posto in Curva Nord: «Misura colma, inoltre registriamo la totale latitanza del dg Urisno. Dove è finito?»
Gli Anni Ottanta, uno dei gruppi ultrà che prende posto in Curva Nord, ha deciso di non occupare i propri posti in occasione di Cosenza-Cremonese di domenica sera. In un lungo comunicato, che di seguito riportiamo integralmente, i motivi della sofferta decisione. In particolare i supporter dei rossoblù puntano il dito contro il presidente Guarascio e la sua gestione, non in ultimo la decisione di portare a 19 euro il costo dei settori popolari, e contro il dg Beppe Ursino che a loro avviso è letteralmente scomparso dai radar dopo la presentazione iniziale.
Cosenza-Cremonese, il comunicato degli Anni 80
«Se c’è una cosa che purtroppo abbiamo appreso in tredici anni di gestione Guarascio è che al peggio non c’è mai fine. Stupore e sconcerto sono le sensazioni che proviamo di fronte all’ultima genialata della società, ovvero l’aumento del prezzo dei biglietti di curva per la prima giornata di campionato da 16 a 19 euro, con la possibilità che il prezzo durante la stagione venga modificato a seconda dell’importanza della partita. Esattamente come avviene per i treni e gli aerei durante i weekend o le festività. Riteniamo tale decisione assolutamente assurda e immotivata, in quanto va a colpire i meno abbienti, le famiglie e quella fetta di tifoseria che da sempre segue il Cosenza in casa e in trasferta compiendo sacrifici e sforzi economici notevoli pur di non far mai mancare il proprio supporto alla squadra.
Diciannove euro non è un prezzo da settore popolare, a maggior ragione in uno stadio fatiscente nel quale non è presente alcun servizio, dove non esiste un bar degno di tal nome e l’unico modo per riuscire a prendersi una birra o una bottiglietta d’acqua (spesso calde) è fare una fila interminabile attraverso un corridoio strettissimo. E’ così che la società vuole riportare le famiglie allo stadio? Stando così le cose, se un genitore volesse portare due o tre figli allo stadio andrebbe incontro ad un salasso economico. Senza considerare le spese extra per i tifosi che arrivano dalla provincia, di cui la società non ha mai avuto la minima considerazione.
Basta lucrare sulla passione dei settori popolari! Se bisogna fare cassa, mettesse mano al portafogli una volta tanto chi è abituato da sempre a entrare gratis in Numerata.
Aggiungiamo che tale decisione scellerata arriva dopo l’ennesima estate tribolata, nella quale la società ha subìto un deferimento a cui seguirà una probabile penalizzazione in classifica, con gli steward (spesso padri e madri di famiglia) che non ricevono il loro già basso stipendio da mesi e mesi e con una squadra ancora largamente incompleta per poter lottare per la salvezza (parole di Alvini). In tutto questo caos registriamo anche la totale latitanza del DG Ursino, che dopo la conferenza stampa di presentazione è sparito e non ha più proferito parola.
Per il bene del Cosenza ci siamo fatti scivolare addosso di tutto da questa società, ma adesso la misura è colma. Un settore popolare di uno stadio deve avere un prezzo popolare, sempre, in ogni occasione, altrimenti non è un settore popolare. Domenica in occasione dell’esordio in casa contro la Cremonese lasceremo vuoto il nostro settore e chiediamo a tutti quelli che ci stanno vicino di fare altrettanto. Per il nostro orgoglio e la nostra dignità prima di tutto. Perché ci sono cose che non si possono più tollerare».