domenica,Ottobre 13 2024

Rende, Sorrentino: «Sì alla città unica, ma la Regione chiarisca i vantaggi della fusione»

L'ex assessore della giunta Manna, nome caldo in quota Laboratorio Civico, chiede agli avversari politici: «Se vincesse il sì, rispettereste la volontà popolare?»

Rende, Sorrentino: «Sì alla città unica,  ma la Regione chiarisca i vantaggi della fusione»

Non c’è dubbio. È campagna elettorale. Se in modo giustificato oppure no, lo diranno soltanto Santi Giuffrè, Rosa Correale e Michele Albertini. L’era commissariale di Rende potrebbe protrarsi anche oltre il termine previsto qualora dal Ministero ravvisino gli estremi per prolungare la loro permanenza in Municipio. In caso contrario, le grandi (ma silenti) manovre di questi giorni avrebbero fondamenta valide. Sullo sfondo c’è la città unica, vero spauracchio per tutti gli aspiranti consiglieri. 

Lisa Sorrentino, uno dei nomi caldi in quota Laboratorio Civico, senza soffermarsi sulla sua possibile candidatura a prima cittadina, commenta il particolare momento storico spiegando che «proporre la propria candidatura in un contesto in cui si discute di fusione amministrativa richiede una visione strategica per il futuro della comunità. Ma anche un impegno a rispettare i principi democratici, anche quando ciò implica mettere in discussione la propria posizione».

L’ex assessore della giunta di Marcello Manna ha captato che «alla notizia delle prossime elezioni nella città di Rende, una politica fermamente contraria alla fusione si affanna, si affretta e probabilmente si azzuffa per scegliere un candidato forte, come se fosse la forza, e non l’apertura al dialogo, a fare la differenza». «Questa è una visione retrograda e patriarcale – dice – che evoca conflitti e divisioni invece di promuovere l’unione. Si parla di “annessioni” e si diffondono paure infondate tra i cittadini, evocando scenari di invasioni barbariche. Ma davvero si teme che una fusione amministrativa possa trasformarsi in un’invasione da parte di un territorio nemico?». 

Per Lisa Sorrentino «queste narrazioni, senza alcun fondamento, rischiano di alimentare timori e divisioni, quando il destino amaro dei continui tagli ai servizi primari accomuna le sorti di chi vive a Rende, così come di chi risiede a Cosenza, Castrolibero e in gran parte dei comuni del Sud Italia». «Non sarebbe più saggio formare un fronte comune? Un’unione di comuni che possa contrastare il tentativo di depauperare il Meridione?» chiede a se stessa, ma anche agli avversari politici.

«Chi sceglie di candidarsi in una città prossima alla fusione dovrebbe invece rompere il muro di silenzio costruito dalla Regione e ottenere immediatamente risposte concrete sulla reale fattibilità della fusione, dai bilanci all’unificazione di tutti i servizi. Dovrebbe – aggiunge – possedere una visione che vada oltre i confini amministrativi tradizionali, coinvolgendo i cittadini in un dialogo aperto per identificare le priorità su cui lavorare. È necessario dimostrare flessibilità e capacità di rimettersi in gioco, pronti a rivalutare il proprio ruolo in base ai risultati e alle esigenze emergenti».

«Chi si oppone alla fusione è pronto a rispettare la volontà popolare, ritirandosi qualora il voto democratico indichi una preferenza per l’unificazione? Siamo davvero sicuri – conclude Lisa Sorrentino del Laboratorio Civico di Rende – che la politica sia disposta a rispettare la sovranità popolare, mettendo da parte gli interessi personali? O, piuttosto, si aggrapperà alla poltrona, anteponendo le proprie ambizioni alla volontà della comunità?».

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