Antoniozzi (FdI) e Guccione (Pd) concordano: «Stop alla Sanità commissariata»
L'esponente melograno sul sit-in del Pd di domani fuori dall'ospedale di Cosenza: «Legittimo, ma si lavori assieme per uscire dal commissariamento». E l'esponente democrat prende la palla al balzo...
Polemiche a iosa sull’ospedale di Cosenza che ha visto nelle ultime settimane prima le dimissioni del primario del Pronto Soccorso Domenico Lorenzo Urso e poi quelle di Alfredo Zanolini che dirigeva l’unità di Radiologia. Su quest’ultimo l’Azienda Ospedaliera ha precisato la situazione, che resta comunque borderline come spiegato in un articolo oggi pomeriggio. Fatto sta che domani mattina il circolo cittadino del Partito Democratico ha annunciato un sit-in: se non è un atto politico contro la gestione di Vitaliano De Salazar, molto poco ci manca. Ma il discorso oggi si è allargato toccando anche la Regione e la gestione della Sanità calabrese.
Antoniozzi: «Manifestazione Pd legittima, ma mossa sbagliata»
A riguardo, nel primo pomeriggio si è esposto il vice-capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Alfredo Antoniozzi. «Il sit in del PD dinanzi all’ospedale di Cosenza organizzato per domani è una manifestazione democratica e legittima e come tale è compito di chi governa tenerne sempre conto – ha detto -. Tuttavia ritengo che sia una mossa sbagliata perché sulla sanità ci vuole collaborazione istituzionale e condivisione e perché il grande vulnus si è consumato in quel lungo e infruttuoso periodo di commissariamento esterno che ha visto protagonista anche il PD».
L’esponente melograno prosegue: «Semmai credo che il PD debba impegnarsi insieme a noi per dire che si deve porre fine al commissariamento, cosa peraltro richiesta anche da Occhiuto, e andare alla gestione ordinaria. È una cosa che ribadisco al segretario regionale Irto – ha concluso Antoniozzi – perché il commissariamento non ha più senso e bisogna che la sanità torni a essere gestita con una collegialità ordinaria. Il Pd deve fare autocritica sul quinquennio in cui ha governato e nel quale Renzi, Gentiloni e Conte se ne sono infischiati della Calabria. Da democratico, però, prendo atto che ci sarà questa manifestazione e vedrò come si svolgerà, perché qualsiasi azione politica è di per sé legittima anche se infondata».
Guccione: «Ospedale di Cosenza peggiore d’Italia»
La replica di Carlo Guccione, componete della direzione nazionale del Partito Democratico è arrivata dopo qualche ora. «L’ onorevole Antoniozzi con la dichiarazione odierna di commento al sit-in di protesta, promosso dal PD di Cosenza, dà una prova di consapevolezza e responsabilità. Al contrario di qualche altro esponente di centrodestra – dice l’ex consigliere regionale – si pone in maniera consapevole e non nega o rimuove la grave criticità strutturale che caratterizza oggi la condizione dell’ Annunziata e del servizio sanitario regionale».
Secondo Guccione «riconosce il fallimento della gestione commissariale». «Certo – prosegue – difetta anche lui quando poi cerca di assolvere l’attuale commissario attraverso la generalizzazione delle responsabilità, puntando il dito verso tutte le esperienze di governo che da quindici anni si sono succedute alla guida della Regione Calabria. Una evidente forzatura, perché la gestione commissariale in tutti questi anni non è mai stata affidata ad alcun presidente della Regione, tranne che a Peppe Scopelliti e Roberto Occhiuto. Né si può negare il dato che ormai il centrodestra governa quasi da cinque ininterrotti anni. Il tema è che il livello di crisi raggiunto oggi non ha precedenti. Mai così in basso».
«Lo stesso ospedale civile di Cosenza – spiega ancora Guccione – è stato sempre annoverato come un presidio di qualità nel panorama meridionale. Oggi invece è classificato come il peggiore d’Italia. La mancata erogazione dei livelli essenziali di assistenza ormai è diffusa sull’intero territoriale regionale e non soltanto nelle aree marginali. E poi come si può non vedere quel tremendo indicatore che assegna ad un bimbo che nasce in Calabria una aspettativa di vita inferiore almeno di cinque anni rispetto a chi nasce in altre parti del Paese. Con l’attuale gestione commissariale è stato raggiunto un livello di crisi che non ha mai conosciuto prima la sanità calabrese, neanche prima dell’ avvento del commissariamento».
«Allora bene la cooperazione istituzionale sui temi della salute – aggiunge l’ex candidato a sindaco di Cosenza – ma a condizione che Occhiuto si dimetta subito da commissario e chieda al Governo Meloni di farsi carico dell’ intero ripianamento del debito pregresso, che ormai dopo quindici anni è da ascrivere alla responsabilità dei commissari. Questa è la prima condizione, se non altro perché i calabresi possano non più pagare le tasse più alte d’Italia con la beffa del servizio sanitario peggiore del Paese. Sarebbe questa una misura possibile, anche perché il Governo Prodi l’ha già attuata, a suo tempo, più volte verso altre Regioni».
Secondo Carlo Guccione «ciò consentirebbe, inoltre, il superamento di ogni vincolo che oggi blocca le azioni di adeguamento degli organici e, persino, gli investimenti per la modernizzazione e la riqualificazione delle strutture ospedaliere e territoriali. E poi, è così che si potrebbe porre fine alla fuga delle competenze. A questo proposito non si può mettere la polvere sotto il tappeto. O addirittura negare il problema come ha fatto l’azienda ospedaliera di Cosenza sul caso delle dimissioni del primario Alfredo Zanolini».
«Infine, mi permetto di dare un suggerimento all’onorevole Antioniozzi: potrebbe farsi lui, prima di altri, a denunciare in parlamento il fallimento del regionalismo nella gestione della sanità. Il dato è ormai generale; non riguarda solo alcune regioni del Sud. Invece di insistere con l’autonomia differenziata si decida sin da subito di affidare alla esclusiva competenza dello Stato nazionale la programmazione e la gestione del servizio sanitario. La cura della salute è riconosciuta dalla Costituzione come fondamentale e primario diritto universale. Basta – conclude l’esponente del partito democratico – con la classificazione a secondo i territori di residenza di cittadini di serie A o di serie inferiori».