lunedì,Settembre 9 2024

Sit in di protesta all’ospedale. Il sindaco di Cosenza spiega la sua assenza e rilancia – VIDEO

Il primo cittadino bloccato da problemi di salute non rinuncia a ribadire la necessità di accelerare il processo per il nuovo nosocomio

Sit in di protesta all’ospedale. Il sindaco di Cosenza spiega la sua assenza e rilancia – VIDEO

«Avrei doverosamente preso parte personalmente al sit-in di oggi, sia come sindaco della città, come responsabile della salute dei suoi cittadini e come massima autorità sanitaria sul territorio, ma, purtroppo, pur avendo sperato fino a questa mattina di farcela, mi sono dovuto arrendere ad un fastidiosissimo mal di schiena che mi sta angustiando da qualche giorno e che mi ha temporaneamente costretto a restare immobile a casa, così come prescrittomi dal mio medico». Così in una nota il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha spiegato i motivi della sua assenza al sit in di questa mattina organizzata dal circolo Pd di Cosenza.

«Non potevo, però, sottrarmi al dovere di dare il mio contributo a quella che reputo una vera e propria battaglia di civiltà che, come Amministrazione comunale, abbiamo intrapreso dal primo istante del mio insediamento alla guida della città. Oggi la questione della realizzazione del nuovo Ospedale Hub di Cosenza ridiventa drammaticamente di grande attualità, dopo quanto verificatosi nelle ultime settimane. Su questa questione non indietreggeremo di un millimetro perché il nostro alto senso di responsabilità ci impone di non girare, come altri, invece, hanno fatto, la testa da un’altra parte, ma ci stimola a ricercare soluzioni per tutelare fino in fondo il diritto alla salute dei nostri concittadini che l’attuale sistema sanitario inefficiente e una struttura ospedaliera assolutamente carente non solo non garantiscono, ma mortificano e vilipendono ogni giorno che passa.

Forte deve levarsi il nostro grido d’allarme sulla necessità di dotare il nostro Ospedale di personale medico e paramedico, necessario a garantire l’assistenza minima ai pazienti. E questo perché nel nostro Ospedale non ci sono soltanto problemi di carattere strutturale, ma esiste un problema, gravissimo, di carenza di personale. Sulla salute dei cittadini non è dato tergiversare oltre il consentito. Oggi non è più possibile attendere, perché è il tempo delle decisioni importanti. La situazione dell’attuale presidio ospedaliero dell’Annunziata si commenta da sola, tra carenza di personale, deficit strutturali insanabili e fughe di professionalità ed eccellenze ormai all’ordine del giorno. L’Ospedale dell’Annunziata – è proprio il caso di dirlo – fa acqua da tutte le parti. E non è, semplicemente, un modo di dire, ma è pura realtà, alla luce dell’episodio che qualche settimana fa ha riguardato il reparto di rianimazione dove le infiltrazioni dovute alle prime piogge hanno fatto emergere una situazione estremamente difficile e delicata, nonostante gli interventi di riqualificazione erano stati eseguiti da pochissimo tempo.

L’Ospedale mostra così il volto, decadente e preda del degrado, di una struttura obsoleta, depauperata e non più in grado di ospitare un HUB provinciale con reparti di emergenza/urgenza che hanno bisogno di sicurezza e di ampie volumetrie. Sull’emorragia di camici bianchi, poi, si sta profilando un doppio vulnus. Il primo riguarda la fuga verso altre realtà sanitarie di validi professionisti ed eccellenze come il primario del Pronto Soccorso, dottor Domenico Lorenzo Urso, peraltro in servizio da pochissimo tempo, e, da ultimi, il primario di radiologia Alfredo Zanolini, e il dottor Sebastiano Vaccarisi, responsabile dell’unità operativa Epatobilio-pancreatica e trapianti dell’Annunziata, che andrà a dirigere la Chirurgia all’Ospedale di Corigliano-Rossano.

A questo proposito, vorrei soffermarmi ancora un momento sulle dimissioni del dottor Alfredo Zanolini sulle quali l’Azienda ospedaliera ha fornito una versione dei fatti, indicando nel prossimo mese di ottobre il raggiungimento, per il dottor Zanolini, del limite massimo dell’età pensionabile, mentre sembra che il contratto, di natura privatistica, che lega il professionista all’Azienda ospedaliera di Cosenza, gli consentirebbe di restare in servizio fino alla fine del 2027. Vedremo come andrà a finire. Noi auspichiamo che la vicenda possa chiudersi con il rientro di Alfredo Zanolini nei ranghi dell’Annunziata. Dicevo del doppio vulnus.

L’altro grave rischio è che l’inarrestabile emorragia di camici bianchi dal nostro Ospedale non potrà non ripercuotersi sulla salute dei cittadini, sollevando gravi questioni di ordine pubblico che ho provveduto già a segnalare all’attenzione del Prefetto, confidando in un suo intervento. Ma a questo deve aggiungersi che l’esodo di professionisti eccellenti vanificherà di fatto anche il progetto della realizzazione del nuovo ospedale Hub che bisogna invece riempire di contenuti, cominciando proprio dalla ulteriore valorizzazione e fidelizzazione del personale sanitario esistente, che ha sempre mostrato elevati livelli di eccellenza, integrato dall’ingresso di nuove professionalità ed ulteriori eccellenze, come è già accaduto negli ultimi tempi e come si concretizzerà da qui in avanti, anche con il ritorno a Cosenza della professoressa Franca Melfi, già direttrice del Centro di chirurgia robotica dell’Azienda ospedaliera di Pisa e docente di chirurgia toracica all’Università della città toscana.

Quale appeal e credibilità avrebbe il nostro Ospedale nei confronti delle nostre eccellenze emigrate altrove che intendessero far ritorno nella città di appartenenza, se si dovesse continuare a svuotare o a precipitare ancora nel caos? Sono – queste – tutte questioni che rendono non più rinviabile la realizzazione del nuovo Ospedale Hub che è diventata un’esigenza ineludibile e non più procrastinabile. Dobbiamo evitare in ogni modo che la situazione precipiti, per l’esasperazione dei cittadini che rivendicano legittimamente attenzione ed assistenza e degli stessi medici, provati da turni spesso massacranti e da un’organizzazione che ha dimostrato di non essere sicuramente all’altezza dei livelli di assistenza che devono essere assicurati. Dobbiamo farlo perché c’è bisogno di una struttura adeguata a garantire la tutela della salute delle nostre concittadine e dei nostri concittadini. Ma della nuova struttura c’è anche bisogno per ridare dignità al lavoro importante che il personale medico, paramedico ed ausiliario può svolgere nella nostra realtà territoriale. Sappiamo quanto è sacrificato il loro lavoro all’interno di una struttura assolutamente fatiscente che non può più essere accettata come punto di riferimento della sanità cosentina e calabrese. L’Ospedale civile dell’ Annunziata non può continuare ad essere censito come il peggior presidio d’Italia, così come intollerabili sono diventate altre questioni che hanno il sapore della sconfitta per la nostra terra.

Si pensi all’emigrazione sanitaria ancora massiccia, con un costo superiore a 252 milioni di euro, alla mancata assicurazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, all’inefficace sistema di pronto intervento, che non rispetta i tempi del soccorso in area urbana ed extra urbana, per il quale si registrano circa 28 minuti per l’arrivo dell’ambulanza sul posto dopo la chiamata, e, ancora, al fatto che la Calabria continua a far registrare il più basso livello di prevenzione oncologica. Sono nodi emergenziali di un sistema sanitario regionale ormai allo stremo e che non riesce in alcun modo ad assicurare il diritto alle cure ed alla tutela della salute. Ecco perché, in una occasione come quella odierna, non possiamo che ribadire quello che è diventato il nostro mantra degli ultimi tempi e che indirizziamo, ancora una volta, al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sperando che questo ennesimo appello non cada, ancora una volta, nel vuoto. Fallo dove vuoi, ma fallo! Non è più il tempo dei tatticismi e delle strategie. Si ponga mano seriamente alla realizzazione del nuovo Ospedale. Ce lo chiede la comunità, ce lo chiede la gente, ce lo chiedono gli ammalati che soffrono e meritano grande considerazione e noi, come responsabili delle istituzioni, abbiamo il dovere di dare seguito a queste aspettative. Non c’è un minuto da perdere!

Ecco l’intervista di Salvatore Bruno a Carlo Guccione

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