venerdì,Ottobre 4 2024

L’ex Presidente Pagliuso: «Ho fatto di tutto per portare in Serie A il Cosenza»

Le parole di Giovanni Paolo Fabiano Pagliuso: «Avrei dato la vita per il Cosenza in Serie A e non ho mai capito perché venivo contestato».

L’ex Presidente Pagliuso: «Ho fatto di tutto per portare in Serie A il Cosenza»

L’ex Presidente del Cosenza, Giovanni Paolo Fabiano Pagliuso, ha rilasciato una lunghissima intervista a Il Quotidiano della Calabria, nella quale ha raccontato nuovamente i suoi anni alla guida della società rossoblù. Ecco i passaggi salienti.

Presidente dal 1994

«Era il 1994 ho assunto la presidenza subentrando a Bonaventura La Macchia. Negli anni precedenti – ricorda Pagliuso – avevo fatto delle anticipazioni finanziarie che la società non riusciva e restituirmi e, quindi, ho rilevato le quote e sono andato avanti in prima persona. Era un momento di grande difficoltà ma, essendo, da sempre, un tifoso del Cosenza, non ci ho badato molto e ho cominciato questa avventura. C’erano tanti problemi e a quelli esistenti si sono aggiunti anche nove punti di penalizzazione. Una bella botta. Avevamo una buonissima squadra e un grande allenatore, non solo ci siamo salvati ma siamo arrivati praticamente a ridosso della zona promozione»

Il sogno Serie A

«Ho cercato, perché tifoso e appassionato, di costruire sempre formazioni in grado di lottare per arrivare in serie A. Per me era un sogno portare la squadra della mia città in serie A e avrei dato la vita centrare questo grande obiettivo. Ci abbiamo sempre provato ma purtroppo, una volta per un caso, un’altra volta per un altro motivo, non ci siamo riusciti. Siamo anche retrocessi un anno ma risaliti l’anno successivo con Sonzogni allenatore».

Le contestazioni

«Tutte le domeniche – racconta l’ex Presidente – si alzavano cori dagli spalti contestando Pagliuso. Non riuscivo a spiegarmelo. Pensavo (e lo dissi) che fossero degli ingrati. Come si ricorderà, in quel momento eravamo primi in classifica, con Mutti allenatore e con sei punti di vantaggio sulla seconda e nonostante ciò fui contestato. Sono arrivato allo stadio mentre un aereo girava sopra San Vito con uno striscione che portava la scritta “Pagliuso vattene”. È una cosa che non mi sono mai potuto spiegare. Il mio personale pensiero è che c’era qualcuno che aizzava i tifosi contro di me».

L’arresto del 2002

«Mi accusarono di essere esponente della malavita. Si inventarono un sacco di cazzate pur di colpirmi. Sono finito in carcere, otto lunghi mesi da innocente. Tutti e tre i giudizi finirono con “il fatto non sussiste” e pure sono stato privato della mia libertà per tanto, troppo tempo. Questo ovviamente incise sulle sorti della società. Nonostante tutto la squadra si salvò, ma l’anno successivo, con me in carcere senza poter intervenire in nessun modo, gli organismi sportivi decisero, senza un valido motivo, che il Cosenza non poteva iscriversi al campionato. Eppure – spiega Pagliuso – la società aveva un saldo attivo in Lega che poteva garantire l’iscrizione. Una cosa assurda. In quel periodo oltre a essere il presidente del Cosenza ero anche consigliere di Lega e proprietario della Spal. Diciamo che sotto il profilo psicologico, umano e finanziario il signore che ha voluto colpirmi mettendomi in carcere mi ha praticamente rovinato. Ho perso tutto il patrimonio calcistico. Avevamo tesserati importanti: Lentini, Giandebiaggi, Strada. Quando ho riacquistato la libertà sono andato a Roma a parlare in federazione calcio, per avere spiegazioni. Il presidente era Carraro, il quale si giustificò dicendo che la colpa non era sua, che la vicenda era stata messa ai voti ma l’iscrizione del Cosenza a qualcuno non piaceva e quindi ci misero fuori. Quell’anno poi, il 18 agosto, deliberarono l’ampliamento della serie B a 24 squadre. Una doppia beffa. In serie B fini una squadra che poi divenne la Fiorentina di Della Valle. Se penso a quello che è successo e che altrimenti non mi sarebbe capitato non avrei fatto il Presidente del Cosenza».

Consigli a Guarascio

«Qualche suggerimento perché consigli non ne so dare nemmeno a me stesso. Io credo che lui stia facendo bene. Basterebbe un poco di attenzione in più agli aspetti prettamente sportivi. Credo che con un piccolo sacrificio, un piccolo investimento in più potrebbe portare la squadra di serie A. Praticamente anche quest’anno. Io ho vista la prima partita e posso dire che che hanno un piglio diverso. I giocatori hanno la grinta, la volontà di fare bene. Basterebbero due innesti buoni. Il primo presidente che porta la squadra in serie A – conclude Pagliuso – passerebbe alla storia e meriterebbe un monumento nella piazza principale della città».

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