Testa di Serpente, la procura generale non crede a Porcaro e chiede la conferma di otto condanne | NOMI
Altri imputati, tra cui i fratelli Abbruzzese "Banana", hanno ottenuto il concordato. Iniziate anche le discussioni difensive. Ecco i dettagli dell'udienza odierna
La procura generale di Catanzaro, rappresentata dal sostituto procuratore generale Marisa Manzini, ha chiesto otto condanne nel processo “Testa di Serpente“, giunto alla fase del giudizio di secondo grado. Le altre posizioni invece hanno ottenuto un concordato, ovvero un’intesa sulla pena raggiunta tra i difensori degli imputati e chi sostiene l’accusa nel procedimento penale contro il gruppo Porcaro e il presunto clan degli Abbruzzese “Banana” di Cosenza. Soggetti che, secondo l’Antimafia, farebbero parte della nota cosca degli “zingari” di via Popilia.
Testa di Serpente, Porcaro inattendibile
Nel corso della requisitoria, la magistrata Marisa Manzini ha ripercorso le indagini spiegando di non credere alle dichiarazioni rese in aula da Roberto Porcaro, pentitosi di essersi pentito e già “reggente” della consorteria mafiosa degli italiani riconducibili al sodalizio denominato “Lanzino-Patitucci“. Per l’ex pm antimafia e procuratore aggiunto di Cosenza, l’inattendibilità deriva dal fatto che Porcaro è stato giudicato in via definitiva nel processo “Testa di Serpente”, rito abbreviato, nel quale ha chiesto e ottenuto un concordato.
Gli imputati che auspicano in una riforma della sentenza di primo grado sono:
- Domenico Iaccino (6 anni e 2 mesi in primo grado)
- Pasquale Paco Germano (2 anni e 4 mesi in primo grado)
- Adamo Attento (6 anni e 2 mesi e 20 giorni in primo grado)
- Giovanni Drago (2 anni e 8 mesi in primo grado)
- Andrea Greco (9 anni e 6 mesi in primo grado)
- Antonio Marotta (9 anni e 6 mesi in primo grado)
- Antonio Abruzzese (7 anni e 6 mesi in primo grado)
- Claudio Alushi (7 anni e 8 mesi in primo grado) (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati)
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