Falsi diplomi in Puglia, tra gli arrestati anche calabresi | NOMI
Il comandante provinciale della GdF di Bari, Pasquale Russo, ha illustrato i dettagli dell’indagine, spiegando quale fosse l’obiettivo delle associazioni criminali
Un’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Trani, ha portato all’arresto di 9 persone in relazione a un vasto sistema di falsi diplomi. Il comandante provinciale della GdF di Bari, Pasquale Russo, ha illustrato i dettagli dell’indagine, spiegando che l’obiettivo delle associazioni criminali era quello di “consentire a dei cittadini ingannati di utilizzare titoli falsi per partecipare a concorsi pubblici e accedere al mondo del lavoro nella pubblica amministrazione”.
Tra gli arrestati spiccano nomi come Maria Saveria Modaffari, 38 anni, originaria di Condofuri, insieme alla sorella Fortunata Giada Modaffari, residente a Roma, e Maria Attisano, 57 anni, di Locri. Gli arresti si estendono anche alla Puglia, con l’inserimento nella lista di Lucia Catalano di Trani, Savino Cianci, Leonardo Catalano, Marco Lombardi, Antonio Caporale e Maria ‘Mdaraa.
Titoli falsi usati in settori chiave
Gli investigatori hanno scoperto che i diplomi contraffatti venivano utilizzati in “settori nevralgici”, come l’istruzione, in particolare nell’insegnamento di sostegno, e nella sanità per partecipare ai concorsi di Operatore Socio-Sanitario (Oss). Il comandante Russo ha spiegato che i corsi offerti dalle organizzazioni criminali “non avevano contenuti validi per garantire il miglior servizio possibile alle persone, come i ragazzi diversamente abili o i pazienti che necessitano di assistenza”.
Denunce e ricatti
Un cittadino ha fatto partire le indagini, denunciando la dubbia validità di alcuni titoli di studio. Il comandante della GdF di Barletta-Andria-Trani, Pierluca Cassano, ha spiegato che «una parte dell’organizzazione ha cercato di approfittare di questa incertezza, offrendo la regolarizzazione dei diplomi falsi dietro pagamento di ulteriori somme di denaro».
Secondo le indagini, molti degli individui coinvolti temevano di perdere il posto di lavoro ottenuto con titoli falsi o di non riuscire a superare i concorsi. Il sostituto procuratore di Trani, Achille Bianchi, ha sottolineato che queste persone «non avevano altra scelta» e si trovavano in una «condizione di rilevante debolezza». La paura di perdere il lavoro le costringeva a pagare ulteriormente per ottenere nuovi certificati rilasciati da università fittizie.
Un fenomeno più vasto
Il sostituto procuratore Bianchi ha concluso affermando che questa indagine rappresenta «solo una parte di un fenomeno molto più ampio, probabilmente su scala nazionale». Le autorità stanno continuando a lavorare per individuare tutte le ramificazioni di questo sistema, che coinvolge non solo la Puglia e la Calabria, ma anche altre regioni italiane.
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