venerdì,Ottobre 4 2024

Uccisa e smembrata in un frullatore. La morte atroce dell’ex Miss

La ex Miss Svizzera è stata uccisa e smembrata dal marito che ha poi occultato il cadavere. A trovarla è stato il padre della ex modella

Uccisa e smembrata in un frullatore. La morte atroce dell’ex Miss

Il padre di Kristina Joksimovic ha scoperto ilcorpo della figlia, finalista di Miss Svizzera, brutalmente uccisa dal marito Marc Rieben. L’uomo ha trovato la testa della 38enne, di origini serbe, in un sacco della spazzatura nella lavanderia della sua casa vicino a Basilea. Kristina sarebbe stata strangolata, smembrata e decapitata, con parti del corpo ridotte a pezzi con un frullatore industriale. Il padre l’ha cercata ovunque, finché non ha trovato il sacco con i capelli della figlia che spuntavano fuori. Dopo aver chiamato la polizia, il marito è stato arrestato, mostrando totale freddezza.

Quando la polizia è arrivata e ha arrestato Marc, lui ha detto freddamente alla madre di Kristina: «Mi avevi detto che saresti passata solo per poco tempo…». Non ha mostrato alcun segno di rimorso. «Quanto devi essere squilibrato per non mostrare nemmeno una sola emozione…» ha commentato l’amico.
Un’altra fonte, un’amica di famiglia di 59 anni, ha raccontato come l’omicidio di Kristina sia stato uno “shock enorme” per la famiglia. «Suo padre è forte e sta resistendo, ma sta ricevendo cure psicologiche. La sua morte lo sta distruggendo». La madre, invece, «è completamente devastata. Va dallo psichiatra ogni giorno; non riesce a sopportarlo, comprensibilmente».

Secondo i documenti pubblicati dal Tribunale Federale di Losanna, l’imputato ha ammesso di aver ucciso la moglie durante una ricostruzione condotta dagli inquirenti a marzo. Il 41enne ha sostenuto di aver agito per legittima difesa, in quanto Joksimovic lo avrebbe attaccato con un coltello. Una versione che smentisce le prime dichiarazioni dell’uomo, che aveva raccontato precedentemente in aula di aver trovato la moglie morta e di averla smembrata nella lavanderia di casa in preda al panico.

Il rapporto medico-legale, citato da BZ Basel, contraddice entrambe le confessioni: secondo la perizia la donna è stata prima strangolata e poi fatta a pezzi con un seghetto, un coltello e delle cesoie da guardino. Alcune parti del corpo sono state poi inserite in un frullatore e tritate, per essere sciolte infine in un composto chimico. Secondo la corte, l’intera dinamica indica una forte propensione alla violenza da parte dell’imputato, motivo per cui gli è stata rifiutata la scarcerazione.