Città unica, il Comitato rendese per il “no” sollecita i commissari a perorare la causa
Gli indipendentisti: «La triade, inopinatamente ancora al timone dell'Ente, può dirci che ha intenzione di fare sulla fusione?»
Il Comitato Cittadino Spontaneo di Rende sollecita i commissari a dare una risposta al quesito posto già da diverso tempo: avanzeranno o meno un’istanza per l’indipendenza dell’Ente? Come noto, il Comitato ha presentato ricorso al TAR avverso la Deliberazione del Consiglio Regionale della Calabria n. 308 del 26/07/2024, con la quale è stata approvata la Proposta di Provvedimento Amministrativo n. 177/12^ d’Iniziativa d’Ufficio “Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, recante: “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero””.
«Siamo a conoscenza del fatto che nei prossimi giorni avanzeranno ricorso contro la medesima deliberazione anche i Comuni di Cosenza e Castrolibero – scrivono in una nota -. Allo stato non sappiamo se i commissari (inopinatamente prorogati nel loro mandato di ulteriori sei mesi, nonostante le buone notizie più volte comunicate alla stampa e da questa rese pubbliche, circa il buon andamento dell’amministrazione e la risoluzione di tutti i problemi che avevano dato luogo al commissariamento) avanzeranno ricorso in nome, per conto e nell’interesse del Comune di Rende».
«Per la parte che ci riguarda – evidenziano ancora dal Comitato – rendiamo noto che nel mese di luglio ufficialmente, con nota del 30/07/2024 inviata alla PEC del Comune di Rende ed allegata in copia alla presente, abbiamo chiesto che anche il nostro comune proponesse ricorso contro questo provvedimento antidemocratico ed autoritario. Nulla sappiamo sull’orientamento dei signori Commissari al riguardo; nel contempo, li sollecitiamo a proporre ricorso al TAR contro il provvedimento sopra indicato a tutela della comunità rendese, i cui cittadini, ove si realizzasse in queste condizioni la Città Unica, sarebbero costretti, tra le altre tante negatività, a pagare una considerevole somma in euro pro-capite per ripianare l’ingente debito che la città di Cosenza porterebbe “in dote” alla stessa Città Unica».