lunedì,Dicembre 2 2024

San Giovanni in Fiore, 185 “Invisibili” inseriti in un progetto di tutela della montagna

Rosaria Succurro: «E' finito il tempo delle proteste di piazza, perché con i lavoratori precari abbiamo costruito un rapporto di fiducia reciproca»

San Giovanni in Fiore, 185 “Invisibili” inseriti in un progetto di tutela della montagna

«Grazie a un accordo tra Regione Calabria, Provincia di Cosenza e Comune di San Giovanni in Fiore, i 185 precari del gruppo dei cosiddetti “Invisibili” saranno a breve utilizzati in un progetto di tutela della montagna, dunque potranno lavorare per ulteriori sei mesi». Lo anticipa, in una nota, la sindaca di San Giovanni in Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, che spiega: «A San Giovanni in Fiore è finito il tempo delle proteste di piazza, perché con i lavoratori precari abbiamo costruito un rapporto di fiducia reciproca».

«Abbiamo scelto di agire nel silenzio e nel concreto: di avviare con le istituzioni regionali percorsi di lavoro dignitoso che possano portare all’eliminazione del precariato. Abbiamo da tempo stabilizzato – ricorda Succurro – gli oltre 100 Lsu ed Lpu che per decenni avevano contribuito al funzionamento degli uffici municipali ma avevano sofferto il peso dell’incertezza e di rinvii continui. Da mesi, poi, abbiamo ottenuto l’ingresso volontario di larga parte dei lavoratori della cosiddetta “Legge 15” nell’azienda regionale Calabria Verde, con evidente miglioramento delle loro condizioni».

«Noi non promettiamo la luna, ma con onestà e trasparenza assumiamo impegni precisi che poi si traducono in fatti, opportunità, ricadute economiche e sociali. Questi sono risultati di straordinario rilievo, possibili grazie al dialogo, al confronto costante con gli interessati, con le parti sociali e con i vertici della Regione, che ci ascoltano e sostengono. Rivolgo un grosso in bocca al lupo agli “Invisibili”, con la certezza che sapranno dare ancora una grossa mano al territorio. Non ci fermeremo qui, ma – conclude Succurro – continueremo a portare avanti le loro istanze affinché possano entrare definitivamente nel bacino dei tirocinanti di inclusione sociale, in virtù di un emendamento approvato l’anno scorso».  

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