Acquappesa, coppia prosciolta per stato di necessità dopo l’occupazione di una casa
Durante il periodo Covid, con un figlio di soli 4 mesi, i due avevano occupato un alloggio dell'Aterp di Cosenza, situato nel Villaggio Intavolata
Una giovane coppia di genitori, A.M., 29 anni, di Cetraro, e R.J., 25 anni, di Acquappesa, è stata prosciolta dalle accuse di invasione e occupazione di un alloggio pubblico di edilizia residenziale, dopo che il Tribunale di Paola ha riconosciuto lo stato di necessità che li ha portati a commettere il fatto. Il giudice ha disposto l’archiviazione del procedimento penale, evitando loro un processo.
L’episodio risale al 1° febbraio 2020, poco prima dell’inizio della pandemia da Covid-19. La coppia, con un figlio di soli 4 mesi, ha occupato un alloggio dell’Aterp di Cosenza, situato nel nuovo Villaggio Intavolata ad Acquappesa. L’immobile era rimasto inutilizzato dopo che l’assegnatario era deceduto nel 2010. I due, in difficoltà economiche e senza una casa, hanno deciso di forzare la porta d’ingresso per trasformare l’appartamento nella loro residenza abituale, cercando riparo per sé e per il neonato.
L’indagine e la difesa
Inizialmente, la Procura della Repubblica di Paola, guidata dal procuratore Ernesto Sassano, aveva avviato un procedimento penale contro i due genitori, accusandoli di invasione di edificio pubblico in concorso. Il pubblico ministero aveva emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, un passaggio propedeutico alla citazione diretta a giudizio dinanzi al Giudice Monocratico.
Tuttavia, grazie alle memorie difensive presentate dagli avvocati Emilio Enzo Quintieri e Simona Socievole, la situazione è cambiata. La difesa ha sottolineato lo stato di necessità in cui versava la coppia, evidenziando che l’occupazione dell’alloggio era stata motivata dall’urgenza di trovare un rifugio sicuro per il loro bambino.
Esaminati gli atti e considerate le argomentazioni della difesa, il Procuratore Sassano ha cambiato posizione, chiedendo l’archiviazione del caso. Ha riconosciuto che gli elementi acquisiti durante le indagini preliminari non permettevano di formulare una ragionevole previsione di condanna, poiché l’occupazione dell’immobile era giustificata dal contesto di necessità familiare. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola, Roberta Carotenuto, ha accettato la richiesta del Pubblico Ministero, disponendo l’archiviazione del procedimento penale e restituendo gli atti alla Procura.
Un caso di stato di necessità
Questo caso rappresenta un esempio significativo di come, in situazioni estreme, il diritto possa tenere conto delle circostanze umane che spingono le persone a violare la legge. A.M. e R.J. si sono trovati in una situazione disperata, senza alternative abitative per loro e il loro neonato, e hanno agito sotto la pressione di questa necessità. Con l’archiviazione del procedimento, la giovane coppia non dovrà affrontare alcun processo. La decisione del Tribunale di Paola segna la fine di una vicenda giudiziaria che ha tenuto conto delle difficoltà della coppia e della necessità di proteggere il benessere della loro famiglia.
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