Amaco Cosenza, Uil trasporti: «C’erano le condizioni per mantenere il servizio in mani pubbliche»
Andrea Mazzuca: «In questa vicenda ci sono responsabilità politiche gravi e le istituzioni sono rimaste indifferenti»
Come anticipato da Cosenza Channel, è in procinto di andare a buon fine l’asta per il fitto del ramo d’azienda relativo al servizio di trasporto pubblico locale alla luce dell’unica offerta depositata alla curatela fallimentare, giunta dal Consorzio Autolinee, il gruppo imprenditoriale che fa capo a Mario Rocco Carlomagno, già concessionario dei collegamenti tra Cosenza, Rende e l’Università della Calabria. L’importo proposto è di 75.828 euro e 25 centesimi, esattamente mille euro in più del prezzo minimo indicato nell’avviso. Tale importo è relativo al canone annuo.
Come previsto dal bando, entro le ore 13 di venerdì prossimo 8 novembre, la curatela valuterà la documentazione contenuta nella busta, prima di procedere all’aggiudicazione. Il contratto di affidamento scadrà il 31 dicembre 2026. Il compendio messo all’asta comprende fabbricati, terreni, impianti, attrezzature e arredi ubicati nella sede di contrada Torrevecchia e poi la partecipazione nel consorzio Cometra, i contratti commerciali in essere ed i titoli autorizzativi per l’esercizio dell’attività. L’impresa subentrante inoltre dovrà assorbire i 111 dipendenti impiegati nel ramo del trasporto pubblico. Vengono quindi esclusi 12 lavoratori attualmente utilizzati nell’ambito della gestione dei parcometri.
Anche se sul punto i sindacati sono critici: ritengono infatti che anche questo personale sia da ritenere a pieno titolo appartenente al comparto del trasporto pubblico locale svolgendo pure mansioni a bordo dei mezzi di verifica tra i passeggeri del possesso del titolo di viaggio. La gestione del curatore della liquidazione giudiziale Fernando Caldiero, nei primi nove mesi del 2024 ha portato nelle casse di Amaco utili per circa 300mila euro.
Un risultato che dimostra come l’azienda avesse le carte in regola per evitare il baratro e che alimenta il rammarico per la perdita di un altro storico pezzo di patrimonio pubblico. Il passaggio al privato dovrebbe determinare un incremento di questo margine sia per il previsto pensionamento di alcuni lavoratori, con un notevole risparmio in termini di emolumenti da corrispondere, sia per la maggiore attenzione che sarà certamente riservata dal soggetto subentrante, rispetto alla vendita di biglietti ed abbonamenti.
Sarà garantita la continuità del servizio ma i sindacati hanno comunque espresso amarezza e preoccupazione: «Ci sono responsabilità politiche gravi in questa vicenda e doveva quindi toccare alla politica trovare le soluzioni per mantenere il servizio in mani pubbliche» dice il segretario di Cosenza della Uil trasporti con delega al Tpl Andrea Mazzuca. «Su questo fronte le nostre interlocuzioni sono state numerose, ma le istituzioni sono rimaste pressoché indifferenti. Continueremo comunque ad esercitare pressione nei confronti delle parti interessate per verificare se vi sia ancora una strada possibile per tornare indietro».