martedì,Dicembre 3 2024

La scuola italiana dalla riforma di Giovanni Gentile all’intelligenza artificiale | VIDEO

Intervista al docente Unical Giuseppe Spadafora che ha organizzato un seminario con i massimi studiosi del filosofo autore della riforma scolastica del 1923

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Domattina, presso l’University club dell’Unical, sul ponte Bucci, si terrà un seminario sulla figura di Giovanni Gentile, organizzato dal Master “Didattica e Intelligenza Artificiale” diretto dal prof. Giuseppe Spadafora nell’ambito delle attività di ricerca e formazione del Dipartimento di Culture Educazione e Società diretto dal prof. Roberto Guarasci e del Dipartimento di Matematica e Informatica diretto dal prof. Gianluigi Greco, in collaborazione con The Center for Dewey Studies dell’università di Carbondale (Illinois-U. S. A) e con il Centro “Ernst Cassirer” dell’Università di Wroclaw in Polonia.

Seminario su Giovanni Gentile, parla il docente Unical Giuseppe Spadafora

Abbiamo intervistato il promotore del seminario, il professor Spadafora. «il seminario in modo particolare – ci ha spiegato – analizza  la riforma scolastica del 1923, quando Gentile fu ministro della Pubblica Istruzione. È importante perché analizza, con la presenza forse dei più qualificati studiosi del settore, una delle radici fondamentali della scuola italiana, cioè la struttura della riforma Gentile, che, diciamo, diversi conoscono, ma non tutti in modo approfondito».

Ovviamente Spadafora rifugge ipotesi di un revisionismo storico. «Gentile è il filosofo del fascismo, questo è evidente così come è indubbia la sua statura culturale. Gentile ha progettato questa grande riforma come ha progettato l’enciclopedia Treccani, quindi voglio dire è stato un grande organizzatore di cultura. Lui sostiene che la pedagogia, in effetti, per avere una scientificità deve risolversi nella filosofia, nel suo modo di vedere la filosofia. Però questa risoluzione produce un modello di scuola, perché la scuola di Gentile è una scuola di cultura, il docente è un trasmettitore di conoscenze che ovviamente deve avere una notevole preparazione culturale».

La scuola italiana secondo Giovanni Gentile

Ci sono ovviamente differenze abissali rispetto alla scuola di oggi, trasformata quasi in un’azienda con i vecchi presidi, oggi dirigenti scolastici trasformati quasi in manager. «Molti studiosi ritengono che questa eccessiva didattica non formi culturalmente in modo adeguato gli studenti e disperda gli studenti perché è minato per così dire il principio di autorità e autorevolezza. Molti dicono con la scuola di Gentile questo non avveniva perché c’era questa concezione secondo cui la vera libertà dello studente era il   riconoscersi nell’autorevolezza del docente. Però il problema quale è? Era un tipo di società diversa».

Inevitabile infine un confronto fra la scuola italiana e quella europea e americana, per capire lo stato di salute della nostra pedagogia. «Spesso pensiamo a modelli di scuola spesso che riteniamo superiore, come ad esempio la Finlandia, no? È chiaro che sono tradizioni culturali giuridiche molto diverse.  Io ritengo che la scuola italiana debba trovare, un equilibrio tra una scuola che sviluppi l’inclusività. Cosa significa, in definitiva, scuola inclusiva? Significa che in una classe che è fatta di tante diversità, il più bravo, il meno bravo, lo straniero, lo studente con disabilità e dislessico, ecco, tutti devono avere una formazione di base. Però questa formazione di base deve permettere al più bravo  di essere sempre più bravo, deve sviluppare la sua eccellenza, deve permettere allo studente con disabilità di migliorare la qualità di un suo apprendimento, la qualità di una sua dimensione emotiva, e noi diciamo soprattutto meta cognitiva».

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