martedì,Dicembre 3 2024

Corigliano Rossano, l’odissea sanitaria di Gian Domenico per un busto ortopedico

Lo sfogo dell'uomo che a 65 anni soffre di diverse patologie: ««Chi non ha conoscenze o contatti, come fa?»

Corigliano Rossano, l’odissea sanitaria di Gian Domenico per un busto ortopedico

Gian Domenico Federico, 65 anni, combatte da anni contro il Parkinson e gravi problemi alla schiena, un percorso di sofferenza aggravato dalle complessità della burocrazia sanitaria. Ex amministratore comunale di Rossano, Federico si affida a un busto ortopedico fornito dall’ASP di Cosenza, un dispositivo essenziale per la sua autonomia. Tuttavia, ottenere questo ausilio si è rivelato un percorso a ostacoli, sollevando interrogativi sull’efficienza delle procedure sanitarie. Per accedere al busto ortopedico, è richiesto un certificato da un ortopedico del sistema sanitario pubblico. Federico si è quindi rivolto alla divisione di ortopedia del presidio ospedaliero Nicola Giannettasio di Corigliano-Rossano, dove ha però dovuto affrontare una serie di barriere amministrative. «La burocrazia è troppo lenta e complicata», denuncia. «Mi hanno detto che mancavano i moduli necessari e che non era di loro competenza. Alla fine, non ho potuto fare nulla».

Le sue parole riflettono il malcontento nel gestire un sistema burocratico rigido, che ostacola l’accesso a cure essenziali. Federico riconosce la disponibilità di alcuni medici e operatori sanitari, ma critica l’organizzazione complessiva del sistema. «Devo ringraziare il primario del reparto di ortopedia. Ma al CUP mi hanno risposto con un’alzata di spalle», racconta, aggiungendo che c’è chi si rifiuta di rifiutare di firmare la modulistica necessaria per il certificato.

Lentezza burocratica

«Mi hanno detto che un medico, o forse un impiegato, doveva firmare la modulistica, ma per quanto ho capito si è rifiutato di farlo». Il racconto di Federico esprime la sua amarezza per un sistema percepito come distante dalle esigenze dei pazienti. «Chi non ha conoscenze o contatti, come fa?», si chiede, alludendo alle difficoltà di chi non ha sostegni che possano agevolare le pratiche. Federico critica inoltre le disparità di trattamento: «Basta con il “santo in paradiso”. Ciò che spetta di diritto deve essere riconosciuto a tutti, senza eccezioni», chiede, appellandosi a una parità di accesso alle cure. La vicenda di Federico mette in luce uno dei problemi più discussi nella sanità pubblica: la lentezza della burocrazia. L’accesso a dispositivi sanitari fondamentali viene complicato da normative e ostacoli burocratici che, di fatto, compromettono il benessere di chi ne ha bisogno. La situazione è ancora più critica per chi, come Federico, necessita di un sostegno per affrontare condizioni gravi come il Parkinson. «Bisogna riconoscere ciò che spetta di diritto, senza favoritismi», conclude Federico, le cui parole sono un appello alle istituzioni affinché si impegnino a semplificare le procedure e a garantire a tutti i pazienti un accesso equo e rapido alle cure.

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