martedì,Dicembre 3 2024

Francesco, il bambino iperattivo lasciato da solo in classe vince i giochi matematici del Mediterraneo

La madre del piccolo alunno vittima a scuola l'anno scorso di una gravissima discriminazione ha inviato una lettera al direttore di Cosenza Channel

Francesco, il bambino iperattivo lasciato da solo in classe vince i giochi matematici del Mediterraneo

Caro Direttore,

esattamente un anno fa, Le scrivevo e Le telefonavo, mettendo in atto tutta una serie di azioni e di denunce che tutelassero i diritti non violabili di un minore, un bambino di 8 anni, crudelmente abbandonato dalla Sua classe di Terza elementare di una Scuola Primaria di Rende. Il giorno dell’accoglienza. Un’azione vile e delittuosa, ordita da Adulti Scellerati, che avevano creato un gruppo whatsapp di esecuzione del mandato di “abbandono del minore” da realizzarsi in quel vergognoso 22 novembre 2023.

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Azione aggravata dalla presenza nel gruppo chat di una insegnante di quella scuola e da 23 famiglie, impareggiabili esempi di Cultura e Mezzi. Abbiamo raccontato, in quel mese, e nei mesi successivi, in un crescendo rossiniano di interviste, articoli di giornali, tavole rotonde, comunicati ufficiali, di quanto vero sia che il sonno della ragione generi mostri, e di quanta ignoranza imperversi ancora nel nostro quotidiano, di quanta vile mistificazione del dato reale cerchi di attentare ai sommi principi dell’uguaglianza, ma del diritto alla serenità, al più scontato diritto allo Studio e da lì a cascata temi di inclusione, valorizzazione delle inclinazioni personali, riconoscimento del talento. Del più banale principio del rispetto delle diversità.

Dopo un anno cosa c ‘è di nuovo sotto questo cielo? Sono un’avvocata, inizierei dal mio ambiente di lavoro: la Magistratura ha (avrebbe) concluso le indagini (chiedendo una proroga temporale), e siamo in attesa di comprendere se a fronte della confessione di una mamma di quella famigerata terza elementare valga al contrario di più un mancato (strumentale) rinvenimento della “chat dei mostri” quale prova regina di un’azione già ampiamente dimostrata dai fatti realizzatisi, piuttosto che dalla confessione chiara e diretta di questa mamma. Chiaramente, dopo un anno, nessuna scusa è giunta né a me né a mio figlio. Ma questa è ormai la agghiacciante condizione dell’umanità che ci circonda. Mi chiede se credo nella Giustizia? No, non ci credo.

Ma combatterò come sentinella per la tutela dei diritti dei minori fino alla fine dei miei giorni terreni. Mentre, al contrario, vive, cordiali e sentite manifestazioni di solidarietà sono giunte da ogni dove, inviti a compleanni di bambini e bambine, inviti a giornate didattiche, inviti a gite fuori porta, ma anche tante, tante, tantissime richieste di aiuto, giunte al mio studio legale, quante famiglie martoriate dalla indifferenza delle Istituzioni, caro Direttore, emarginate dal sistema scuola che in una statistica spaventosa del 38% degli studenti italiani, induce alla pratica alienante della “home school”, pur di non avere a che fare con le caratteristiche o le specialità che il bisogno educativo speciale di una bimba o di un bimbo richiede ed attende.

Da quel fiocco “rosso” al fiocco “verde” di oggi abbiamo avuto giornate difficili, difficilissime; notti insonni, domande lungo il viale fino al Pulmino delle nostre mattine, sempre con la stessa domanda “Mamma, se oggi non trovo i miei compagni in classe come quella volta, posso chiamarti e venire al tuo studio?”. Da quel fiocco rosso, Direttore egregio, abbiamo avuto la conferma quotidiana che la scuola la fanno le maestre, quelle vere, quelle preparate, quelle in gamba, quelle che si mettono in discussione e fanno la differenza e hanno portato mio figlio a partecipare con successo ai giochi matematici del Mediterraneo, restituendo al bambino fiducia nel mondo, fiducia negli esseri umani. Il piccolo Francesco iperattivissimo, seduto al suo banco per due ore di fila: come è possibile? Perché motivato, sostenuto, interessato, conquistato.

Maestre straordinarie: quelle maestre che ogni mattina hanno un confronto sulla didattica da dedicare alle specificità di Francesco, creano la rete costante con la famiglia, lavorando con costanza e amore puro all’integrazione perfetta del nuovo alunno in 4 F, in cui ci sono mamme e papà meravigliosi. È giusto raccontare che Merito ed Equità restano capisaldi in contesti civili, di conquiste morali prima, esperienziali e culturali poi . È giusto dire che Francesco non trascorre più le sue mattine accanto al bidello di turno, perché in classe la sua iperattività infastidiva le maestre, che Francesco non viene tacciato come “ritardato” da nessun compagno; che Francesco non viene identificato dalle sue attuali maestre come “corridore afinalistico e fastidioso”.

È giusto scrivere che le persone restano il prodotto umano determinante in ogni contesto e che se tutti avessero maggiore consapevolezza dei propri limiti, delle proprie incapacità e delle mancate attitudini a svolgere professioni tanto delicate, quale quello dell’insegnante, farebbero meglio a rinunciarvi, lasciando spazio a una bella fetta di professionisti veri.

È così che Francesco oggi vive la sua nuova vita da studente che ama andare a scuola, anche senza aver fatto i compiti, perch la Maestra Dania e la Maestra Monica “mi aspettano mamma, devo raccontargli come si monta con capcut un live musicale”. E perché questa scuola ha trasformato quella lettera F che Francesco identificava come fallito appena giunto nella nuova scuola, in fuoriclasse, elevandosi alla sua sensibilità non comune. Non mi illudo che non ci saranno nuovi attacchi, nuovi spregevoli tentativi di distruggere la serenità e la spensieratezza di un bambino che ha numeri differenti, ancora oggi non codificati dalle convenzioni esistenti, complessi da individuare e valorizzare, anzi so che riceverò altre mareggiate, subdole, infami, vili, ma so anche che in questa vita nessuno è passeggero, caro Direttore, bensì tutte e tutti equipaggio.