L’INTERVISTA | Petramala: «Pericolo astensionismo al referendum. Sarebbe colpa di un dibattito scadente»
L'esponente del Progetto Città Unica: «Le argomentazioni per il No non trovano fondamento né nella normativa, né in quella che è la realtà della cosa»
Nei giorni scorsi il Progetto per la Città Unica è intervenuto a gamba tesa nel dibattito che si sta alimentando sulla fusione di Cosenza Rende e Castrolibero. Ha bacchettato entrambi gli schieramenti denunciando l’assenza di ogni minimo spunto di riflessione per i cittadini. «Ci siamo resi conto che il dibattito politico è desolante, sia tra chi è favorevole sia tra chi è contrario» ha detto il presidente Matteo Petramala.
Ospite della nostra redazione, ha spiegato che «gli elementi di spunto sarebbero tanti». «Quello che captiamo, tuttavia, è che tutte le argomentazioni per il No non trovano fondamento né nella normativa, né in quella che è la realtà della cosa. Avremmo voluto – ha aggiunto – che i protagonisti si affannassero a fornire il più alto numero di informazioni personali, invece così non è stato e ci dispiace perché è un momento epocale per tutta l’area urbana. Il timore per l’astensionismo è altissimo, la cosa mi preoccupa».
«Vorrei sfatare il mito dell’annessione, perché questa proposta di legge non fa altro che certificare qualcosa di già esistente – ha detto ancora Matteo Petramala -. Il conurbato è vissuto dai cittadini come un’unica realtà da oltre un ventennio. Sulla questione debitoria, inoltre, con il comitato ho spulciato le carte. Innanzitutto va detto che il Comune di Rende è in predissesto e che abbiamo verificato come il bilancio consolidato 2023 porti un passivo maggiore di 68 milioni. In base a questa esposizione, i cittadini pagano il massimo».
Il lavoro svolto dal Comitato per la Città Unica ha abbracciato anche altri ambiti. «Per Cosenza e Rende c’è un esplicito riferimento alla creazione di un unico Ente nei programmi elettorali degli ultimi due sindaci, mentre a Castrolibero Orlandino Greco ha parlato di unione dei comuni. Ad ogni modo, è storia che sia stato l’impasse politico a non dare mai sbocco al progetto di fusione. L’identità appartiene al luogo e non al nome – ha concluso Petramala -. Il processo di fusione comincerà il primo dicembre perché, se vinceranno i Sì, partirà il lavoro per strutturare nel miglior modo possibile il nuovo centro di governo». In testa all’articolo la video intervista integrale all’avvocato Matteo Petramala.