Sciopero generale, Caruso e Stasi: «Il Governo colpisce il Meridione d’Italia»
Sindaci e amministratori hanno partecipato alla manifestazione organizzata da Cgil e Uil contro la manovra varata dall'esecutivo di Giorgia Meloni
Ampia adesione allo sciopero generale di oggi, 29 novembre, con una grande partecipazione alla manifestazione di piazza a Cosenza. Questo è un segnale preciso per il governo: c’è una Calabria che dice basta e che rivendica politiche di sviluppo, per il lavoro, per la dignità sul lavoro e per i servizi. A sfilare insieme ai sindacati e ai partiti anche una lunga serie di amministratori. Tra questi, oltre ai sindaci di Cosenza e Corigliano Rossano, anche Pino Capalbo (Acri), Mimmo Lo Polito (Castrovillari) e Gianni Papasso (Cassano all’Jonio).
Sciopero generale, il commento dei sindaci di Cosenza e Corigliano Rossano
Il Sindaco di Cosenza, Franz Caruso è netto: «Pieno sostegno a questa manifestazione contro un governo che dimentica i diritti dei cittadini, che penalizza la sanità, l’istruzione e i trasporti a livello generale e in particolare per il Sud. Mezzogiorno e Calabria chiedono rispetto per quelli che i sono i diritti di tutti i cittadini. Abbiamo bisogno di una buona sanità, settore dove paghiamo il prezzo più alto, ma non è il solo perché anche la pubblica istruzione risente di politiche di governo che penalizzano i docenti e che quindi si riversano negativamente su tutti gli studenti. Una buona sanità, una buona scuola ma anche infrastrutture che non portino a slogan vuoti ma che guardino alle esigenze del nostro territorio».
Il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, esprime il suo punto di vista. «E’ importante che anche la Calabria partecipi ad un’iniziativa nazionale nei confronti di un governo e di una manovra, che oltre a colpire le classi sociali più deboli, colpisce in particolar modo il Sud. Si continua a stringere sugli investimenti per colmare il gap del Mezzogiorno, investendo invece su progetti abbastanza surreali, come il Ponte sullo Stretto. Questo è l’ennesimo governo che parte con l’idea di colpire i ricchi e aiutare i poveri, ma appunto resta solo un’idea. La sanità è anche lavoro e ricchezza e in Calabria siamo penalizzati sotto ogni punto di vista. Anche per ciò che concerne il turismo: una serie di indici ci dicono che molte località turistiche non vengono scelte perché il turista non si sente sicuro a livello sanitario».
«Un Governo a cui non importa dei cittadini»
Gli fa eco il consigliere comunale di Palazzo dei Bruzi, Francesco Alimena. «Il Partito Democratico ha aderito alla manifestazione, tra l’altro dopo quello che si è consumato in Parlamento dove la maggioranza ha litigato sugli emendamenti penalizzando la Calabria che è l’ultima regione d’Italia per sanità. La maggioranza è d’accordo quando si tratta di cose che non interessano i cittadini e viene meno quando bisogna difendere i loro diritti civili e sociali. Un governo responsabile non deve scegliere in quale settore intervenire, ma riesce ad intervenire in ogni settore. Non bisogna scegliere, basta solo saper amministrare».
Così la consigliera comunale di Castrovillari Pina Grillo: «Il comune di Castrovillari è dalla parte dei lavoratori ed è per questo che oggi siamo qui insieme a loro, per manifestare contro questa manovra governativa che non ha preso in considerazione le fasce più deboli. Questa manovra di governo non garantisce la crescita del Paese non essendo garantiti sufficienti salari e il rinnovo contrattuale non proporzionato all’inflazione> .
L’assessore Comunale di Saracena, Franco Gagliardi, spiega che «essere in questa piazza, sfidando le condizioni metereologiche, per dire no alle politiche di questo Governo che taglia i fondi e le risorse per i servizi essenziali, per gli ospedali e i comuni che senza i trasferimenti dello stato non vivono; le politiche scolastiche sono messe sotto i piedi, ma siamo qui soprattutto per l’assistenza sanitaria che è sempre più precaria>.
L’esecutivo Cobas di Cosenza, Giuseppina Roberti, infine, si posiziona in maniera concisa e forte. «Siamo qui perché è un momento davvero necessario, un momento storico fondamentale dove rischiamo di perdere i diritti che abbiamo acquisito nel tempo e nella storia con tante lotte. Rischiamo il diritto allo sciopero, che criminalizza chi prenderà posizione verso un collega che è stato licenziato, per chi manifesta solidarietà o si ribella su qualcosa che non va sul posto di lavoro».
«Il taglio orizzontale al Ministero della Sanità – ha concluso – è quello che impedisce alle persone non solo di non potersi curare ma di vivere, non è concepibile che dal Sud bisogna sempre spostarsi nel Nord Italia per poter avere cure. Infine, oggi chi lavora è in uno stato di povertà, gli stipendi non sono più sufficienti, il rinnovo di alcune tipologie di contratti è bloccato (quello delle telecomunicazioni e trasporti bloccato da 2 anni). Basta con i finanziamenti al Ministero della Guerra perché la pace non si ottiene con le armi e con la guerra ma con la diplomazia». (Alessandra Bruno)