Occhiuto amaro: «Sul progetto della città unica ha prevalso il campanilismo»
Il senatore di Forza Italia: «Il risultato del referendum non chiude questa visione, ma la rafforza come obiettivo da perseguire, passo dopo passo»
Una batosta l’esito del referendum per la città unica di Cosenza, Rende e Castrolibero per i sostenitori del Sí. L’astensionismo da record e le barricate erette a nei due comuni adiacenti al capoluogo hanno lanciato un messaggio alla politica. Il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto si era impegnato in prima persona per la fusione spendendosi quotidianamente. Ieri notte il suo ultimo post di commento.
«Il risultato del referendum ci offre già diversi spunti di riflessione, non solo sul progetto della città unica, ma anche sulla società in cui viviamo.
Come spesso accade di fronte a grandi innovazioni e riforme, chi si è sentito direttamente minacciato ha votato no, mentre molti altri, forse per disinformazione o disinteresse, non hanno colto fino in fondo i vantaggi che la fusione avrebbe potuto portare.
Ha prevalso il campanilismo, che ha prodotto risultati ribaltati tra Cosenza, Rende e Castrolibero, alimentando divisioni invece di favorire una visione unitaria.
Ha vinto anche l’astensionismo, un segno preoccupante di una società sempre più distante dai processi decisionali e dalla partecipazione attiva.
Inoltre, non possiamo ignorare il populismo, con un voto che è stato anche una protesta contro i partiti e i corpi intermedi, schierati tutti per il sì. Questo dato riflette una profonda disillusione verso le istituzioni e un individualismo crescente, dove spesso prevale il lamento sul cambiamento e il rifiuto delle novità, anziché la volontà di costruire un futuro comune.
Viviamo in una società in cui manca una cultura della partecipazione: siamo pronti a pretendere progresso e diritti, ma spesso disinteressati a fare la nostra parte per costruirli. È più facile restare ancorati al passato che immaginare un futuro diverso e migliore. Questo, però, non significa che dobbiamo arrenderci: al contrario, serve un impegno ancora più grande per coinvolgere, informare e ricostruire un senso di comunità.
Ringrazio chi ha creduto in questo progetto e chi, con spirito critico, ha espresso opinioni diverse. Il progetto della città unica non è in ogni caso un fallimento, ma un’idea che oggi non è stata compresa fino in fondo, forse anche per colpa nostra.
Ma tentare era necessario, perché la città unica non sarebbe comunque mai potuta nascere attraverso i singoli comuni o i sindaci, bloccati da campanilismo e da un conflitto di interessi legato ai seggi a cui aspirano. Solo un referendum popolare poteva dare una possibilità a questa visione, al di sopra delle divisioni politiche e amministrative.
Il nostro impegno per il bene del territorio deve continuare: unire le forze e superare le divisioni resta l’unico modo per garantire un futuro migliore a tutti. Il risultato di oggi non chiude questa visione, ma la rafforza come obiettivo da perseguire, passo dopo passo.
Il nostro impegno per il bene del territorio deve continuare: unire le forze e superare le divisioni resta l’unico modo per garantire un futuro migliore a tutti. Il risultato di oggi non chiude questa visione, ma la rafforza come obiettivo da perseguire, passo dopo passo».