Ortopedia ospedale Paola, breve storia di un reparto d’eccellenza | VIDEO
Il primario Massimo Candela: «Orgogliosi di essere tra i dieci presìdi ospedalieri italiani dove, secondo Agenas, i LEA superano il 70%»
Il reparto di ortopedia e traumatologia dello spoke Paola-Cetraro viaggia controcorrente e conquista la top ten di Agenas dedicata ai presìdi ospedalieri italiani dove i Livelli essenziali di assistenza superano il 70%. A fare la differenza è essenzialmente il fattore tempo, cioè la capacità di operare la frattura del femore entro 48 ore dall’arrivo del paziente in pronto soccorso.
Il primario Massimo Candela, ospite degli studi di Cosenza Channel, esordisce: «Siamo felici di venire citati come un reparto di eccellenza, ma questi risultati – che ci ripagano dei sacrifici quotidiani – nascono dalla sinergia con tutte le unità operative coinvolte, tra cui pronto soccorso, radiologia, cardiologia, anestesia e centro trasfusionale.
Per il direttore del reparto di ortopedia e traumatologia dello Spoke di Paola Cetraro “l’arruolamento” dei medici cubani è una felice intuizione del presidente Roberto Occhiuto: «Senza i cinque colleghi arrivati da Cuba, non saremmo più stati in grado di garantire l’emergenza-urgenza nelle ore notturne e nei giorni festivi».
Al 30 novembre 2024, il reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale spoke Paola Cetraro ha effettuato 806 interventi chirurgici, tra cui 254 fratture di femore trattate, nel 95% dei casi, entro 48 ore dall’arrivo in pronto soccorso. A questi numeri si aggiungono 182 impianti (in parte programmati) di impianto di protesi d’anca e di ginocchio
Dal tirreno al Pollino. Il professor Massimo Candela svela in anteprima a Cosenza Channel che, grazie all’arrivo della prossima aliquota di medici cubani, a gennaio anche l’ospedale di Castrovillari sarà dotato finalmente di un reparto di ortopedia: «Ne curerò la gestione insieme con il primario dell’ospedale di Rossano».
L’intervista si conclude con una “iniezione” di fiducia. Queste le parole del primario Massimo Candela: «Tutti insieme dobbiamo sforzarci di invertire il racconto della sanità calabrese, perché nella nostra regione ci sono ottime professionalità. Bisogna soltanto cercare di essere più propositivi».