martedì,Gennaio 14 2025

Mozione di sfiducia al sindaco di Scalea, Bruno: «Ecco perché ho abbandonato l’aula»

Bruno, iscritto al MoVimento 5 Stelle, aveva preso le distanze da Perrotta, dopo che quest’ultimo poche settimane fa aveva ufficializzato il suo ingresso in Forza Italia

Mozione di sfiducia al sindaco di Scalea, Bruno: «Ecco perché ho abbandonato l’aula»

All’indomani del consiglio comunale dedicato alla votazione della mozione di sfiducia al sindaco di Scalea – che non è passata – a parlare è Gaetano Bruno, l’ex presidente del consiglio, oggi componente della minoranza, che ha deciso di abbandonare l’aula prima di comunicare la sua decisione. Di fatto, la sua uscita di scena ha determinato la salvezza di Perrotta, che ha incassato otto voti a favore del documento e sette contrari.

L’episodio ha suscitato non poche polemiche, tra chi ha accusato Bruno di non essersi assunto la responsabilità della decisione e chi, nemmeno troppo velatamente, lo ha accusato di aver volutamente favorito Perrotta, nonostante lo strappo politico che lo ha spinto a rimettere le deleghe e lasciare la maggioranza. Bruno, iscritto al MoVimento 5 Stelle, aveva preso le distanze da Perrotta, dopo che quest’ultimo poche settimane fa aveva ufficializzato il suo ingresso in Forza Italia.

La lunga nota

A sentir parlare Bruno, però, la sua decisione di abbandonare i lavori sarebbe nata da ben altre motivazioni. Ecco il testo integrale della nota consegnata alla stampa a firma del consigliere dei 5 Stelle.

«Non c’è peggior sordo di chi è sordo veramente. Breve – non tanto – spiegazione della sacrosanta decisione di abbandonare l’aula durante la mozione di sfiducia.

Onestamente non capisco se qualcuno c’è o ci fa. Perché parlare di farsa riferendosi alla mia decisione di non partecipare alla votazione sulla sfiducia è da analfabeti politici. Ci siamo trovati di fronte ad una mozione di sfiducia nei confronti di un sindaco di Forza Italia firmata da consiglieri afferenti a Fratelli d’Italia, Noi Moderati, e dallo stesso partito di Forza Italia che sono all’opposizione.

Poi c’era la firma del consigliere Paravati che ricordavo seduto al tavolo delle trattative già nella formazione delle liste nel 2010 sponda Pd e che oggi dichiara di essere pronto a fare una lista tutta sua ma evidentemente lontano dagli altri consiglieri di opposizione con i quali è entrato in consiglio. E poi i consiglieri Angona e Torrano, gli unici a non aver dichiarato la loro estrazione politica la cui decisione di firmare la mozione è chiaramente riconducibile ad una valutazione squisitamente amministrativa.

Come pensavano questi signori di far passare per “politica” questa mozione?

Sarebbe stato più logico che tutte le forze di centrodestra plaudissero al passaggio in Forza Italia del Sindaco e di altri componenti della maggioranza e più che una mozione di sfiducia sarebbe stato addirittura più comprensibile trovarli insieme nel più classico dei rimpasti.

Avrebbero in questo modo dato soddisfazione a tutti i leader dei partiti di centrodestra che si sono spesi per creare disagi a questa consiliatura ampiamente supportati dall’inesperienza se non dall’ambizione di qualcuno ma invece il punto è un altro: il centrodestra calabrese non disdegna di trasferire le sue lotte intestine sui territori ed è successo a Scalea come altrove.

Eppure di fronte a questa mozione senza alcun senso politico più di qualcuno anche qualcuno che non siede in questo consiglio comunale, ha tentato vanamente di fare leva sulla mia appartenenza al Movimento 5 Stelle.

Non voglio andare nel dettaglio delle cose dette in questi giorni dai vari consiglieri e non solo, ma solo far notare che se è vero che un rappresentante dei 5 Stelle non può votare la fiducia ad un Sindaco di Forza Italia è anche vero che non può votare la sfiducia insieme a Fratelli d’Italia, Noi Moderati e Forza Italia.

Pertanto non esistendo alcuna connotazione politica su questa mozione di sfiducia costruita a tavolino da chi è fuori da questo consiglio comunale e tesse trame che nulla hanno a che vedere con il futuro della città, ho rivendicato il diritto di abbandonare l’aula, gesto che non rappresenta mancanza di rispetto verso la cittadinanza, anzi.

Non votare significa rinnegare tutte le becere strategie messe in atto da ogni direzione per imbonire l’elettorato e farsi largo in una ipotetica nuova ed imminente campagna elettorale.

Qualche leone da tastiera si è rifugiato nella metafora del coraggio per dirla elegantemente dimostrando la sensibilità politica di un ultras da stadio. Qualcuno altro con la sua reazione scomposta sui social ha confermato che si è trattato di una mozione telecomandata e che i firmatari che si riempiono la bocca di belle parole e concetti alti altro non sono che delle pedine mosse a piacimento di chi dal di fuori cerca di manovrare per tornare in sella.

Si tratta di persone talmente spregiudicate e piene di sé che pensavano di farlo con il mio voto senza immaginare che il gioco fosse fin troppo chiaro e non solo ai miei occhi.

Ma veramente pensavate che sarei stato vostro complice in questa manovra di palazzo? Non credo. Anche perché se così fosse stato avreste provato a “prendervi un caffè con me” cosa che non avete osato chiedere perché sapete che siamo agli antipodi sia politicamente che sotto l’aspetto etico e morale.

E allora l’unica ragione di questa sfiducia telecomandata era quella di continuare a buttare fango sulle persone che sono state elette dai cittadini dimostrando voi si scarsissima considerazione per la decisione democratica del 2020.

Pensavate di mettermi in difficoltà, di scagliarmi addosso l’opinione pubblica facendo leva sulla questione del rispetto del consiglio, della mancata presa di posizione, della coerenza politica ma a parte la vostra claque, a parte quelli che per interessi personali, pur in difetto nei confronti della pubblica amministrazione, hanno la faccia tosta di ergersi a paladini di giustizia sociale e di moralità, non avete convinto nessuno.

Avete provato a tirare in ballo consiglieri regionali e dirigenti del Movimento 5 Stelle, gli stessi sui quali avete provato a fare pressione affinché mi spingessero a votare la sfiducia senza sapere che come portavoce in consiglio, e nel massimo rispetto della mia adesione al partito, avevo condiviso con il coordinatore regionale e con il coordinatore provinciale la linea da seguire».

Con la mia assenza dalla votazione ho dimostrato la distanza mia e del Movimento da questo modo di concepire la politica e sono pronto come sempre ad assumermi la responsabilità della mia scelta mettendoci la faccia, l’unica faccia che ho sia con chi mi ha votato che con il Movimento 5 Stelle a tutti i livelli.

Spero piuttosto che tutte le persone che non si identificano con i valori della destra e con queste strategie finalizzate alle sole ambizioni personali a lavorare fin da subito per costruire un’alternativa rinunciando definitivamente ad essere oggetto di giochi di potere, staccandosi dai social e tornando a riunirsi nelle piazze con proposte oltre che con proteste».