Da Acri ad una stazione in Antartide. La missione di Francesco Pellegrino a 20mila km da casa
L’ingegnere silano: «Saremo i primi a vedere il 2025. C’è il sole 24 ore al giorno, non è mai buio. Paura? No, ma preoccupazioni tante per le condizioni climatiche e ambientali»
Tanti auguri a Francesco Pellegrino, dalla lontanissima Italia all’Antartide. Abbiamo rintracciato l’ingegnere di Acri, che si trova addirittura in Antartide, a 20mila km circa di distanza. Ha impiegato circa 30 ore di volo per raggiungere la Stazione. La missione è attuata da Enea, Cnr e Ogs.
«Mi trovo esattamente presso la Stazione italiana Mario Zucchelli a sto ricoprendo il ruolo di Capo Base. Ho la responsabilità di coordinamento dei servizi tecnici e logistici della Base nell’ambito della 40esima Spedizione italiana in Antartide del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide» ci dice accettando di chiacchierare con noi dall’altra parte del mondo.
Cerchiamo di capire lo scopo della missione «La missione, attuata da Enea, Cnr e Ogs, nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra), coinvolge un team di 140 persone tra tecnici, ricercatori e ricercatrici, impegnato nelle basi Zucchelli e Concordia e sulla nave Laura Bassi in progetti riguardanti diverse discipline, tra cui glaciologia, climatologia, biodiversità e oceanografia. Il ruolo dell’Enea, il mio ente di appartenenza è quello di provvedere all’attuazione logistica della Spedizione e alla gestione del patrimonio infrastrutturale dell’Italia in Antartide»
L’Antartide è lontanissima. E tutto è così diverso. «In questo momento siamo nel piano dell’estate australe, l’irraggiamento è costante 24 ore al giorno, non è mai buio e le condizioni meteoclimatiche sono buone. Gli ultimi giorni dell’anno sono i più “caldi”dell’estate australe, con le temperature che possono raggiungere anche lo zero, presso la Base costiera Mario Zucchelli».